Aurelio De Laurentiis, duro sfogo senza dimenticare Maradona

Articolo di Andrea Gussoni

"Noi abbiamo dei grandi signorotti che comandano il calcio e pensano che a un certo punto la loro rieleggibilità passi attraverso delle formule che fanno soltanto sorridere"

Il Presidente della SSC Napoli, Aurelio De Laurentiis, alla vigilia di Natale ha concesso una lunga intervista a Radio CRC tracciando un bilancio del 2025 azzurro: “Avevamo vinto due trofei all’epoca di Benitez nello stesso anno, però erano diversi. Questa volta scudetto e Supercoppa: non è mica poco. Eguagliare Maradona? Non si può eguagliare, non si è mai grandi quanto lui. Lui aveva questo spirito da scugnizzo partenopeo, da ragazzo di squadra. Ha lavorato con me, abbiamo passato una nottata insieme molto divertente con lui e Claudia, la moglie, dove mi raccontavano cose straordinarie in un momento in cui io ero ancora a digiuno di calcio”.

Il numero uno dei campioni d’Italia ricorda bene quando la situazione era diversa: “Il passaggio dalla Serie B alla Serie A per me è stato un momento indimenticabile. Io per tutta la mia vita ho cercato di far divertire le persone come il cinema e credo che ci siano pochi produttori al mondo che hanno avuto così tanti successi ogni anno come li ho avuti io – ha tenuto a sottolineare il noto produttore -. Quindi quando io vedo che i tifosi trasmettono a un’intera nazione questo senso di rivincita e questa soddisfazione, quello è un sentimento ed un godimento che non ti può dare nessun’altra situazione”.

E ancora: “Penso al bus scoperto e ai numeri che ha fatto la trasmissione in diretta su Rai Italia. Queste sono cose che segnano e ti danno una dimensione dell’importanza del calcio, che secondo me chi gestisce da un punto di vista istituzionale il calcio non ha ancora capito: è troppo legato alla propria poltrona e a pensare come essere rieletto e a non considerare l’importanza del fatto che non si deve distruggere un gioco giocando troppo. Ci stanno facendo venire gli incubi degli infortuni, perché si gioca troppo. Bisognerebbe cambiare il rapporto di lavoro, dovrebbero essere dei liberi professionisti, che non si sottopongono a degli stress vincolanti anche da un punto di vista sindacale”.

Lo sfogo di De Laurentiis è poi proseguito: “Noi abbiamo dei grandi signorotti che comandano il calcio e pensano che a un certo punto la loro rieleggibilità passi attraverso delle formule che fanno soltanto sorridere. Il problema è che tutti vogliono aggiungere e nessuno vuol levare: i nostri calciatori, pagati da noi, vengono dati alla Nazionale con una leggerezza incredibile, quando dovrebbe essere il club a decidere”.

“A questi signori che governano il calcio a livello mondiale non interessa la protezione del tifoso per il quale il campionato nazionale ha vero valore. Si deve ripercorrere l’atlante dei problemi che affliggono il calcio italiano e soltanto i proprietari hanno la capacità in 24h di prendere le decisioni del caso: agli amministratori delegati e direttori generali che devono mantenere intatti che devono mantenere intatti i loro salariati non gli può importare di prendersi un rischio”, ha concluso il presidente del Napoli.

Giornalista dal 2008 e grande appassionato di tutti gli sport da sempre, segue con particolare interesse basket e volley che ha anche praticato a livello dilettantistico fino ai tempi dell’università. Ama viaggiare, sia per lavoro che con la mia famiglia, e non sa resistere alle tentazioni in cucina.

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