L'attaccante del Sassuolo da piccolo era molto bravo a giocare a tennis, poi scelse il calcio.
L’attaccante del Sassuolo Andrea Pinamonti ha raccontato a “Cronache di spogliatoio” che da piccolo giocava anche a tennis ed era molto bravo, poi scelse il calcio e ora ammira moltissimo Jannik Sinner anche perché per dei ragazzi nati e cresciuti in Trentino Alto-Adige (anche se per la verità Pinamonti è della provincia di Trento e Sinner di quella di Bolzano) non è facile realizzare i proprio sogni di gloria sportivi. Ecco le parole di Pinamonti.
“La gloria che si sta prendendo Sinner dentro di me vale doppio: chi non è nato in Trentino Alto-Adige difficilmente può capire. Il successo di Sinner mi colpisce in modo particolare: so cosa significhi coltivare un sogno nello sport nascendo in Trentino Alto-Adige”.
“La barriera geografica e ambientale rappresenta un ostacolo da superare: quando ho iniziato, mi facevo un’ora e mezzo in macchina per andare al campo. Siamo nati in una regione bellissima ma isolata. Vedere un mio conterraneo che si sta prendendo il mondo so che vale doppio”.
“Da noi gli spostamenti non sono semplici, le famiglie fanno dei grandi sacrifici per permettere ai figli di praticare uno sport. I miei genitori mi hanno permesso di fare una vita diversa dai miei amici che sono rimasti in Tremntino Alto-Adige, facendomi andare al Chievo e poi all’Inter”.
“Sinner è uno di quei ragazzi che fin da bambino ha messo i sacrifici davanti a tutto. Vederlo sul tetto del mondo mi invoglia a guardarlo. Da piccolo giocavo sia a calcio che a tennis. Ero portato. Il giorno che scelsi il calcio il mio maestro di tennis si mise a piangere”.
