Parma cinese, Enrico Boni sgancia la bomba

Il Parma torna da Bologna, dove ha perso di misura contro la Spal, con più dubbi rispetto alle certezze che la squadra aveva saputo costruire nella prima ora contro l’Udinese. Di fatto, in una partita e un terzo, i giocatori di D’Aversa non hanno mai tirato in porta, ma soprattutto hanno mostrato ben poche idee di gioco. È quindi già ora di far scattare l’allarme? Enrico Boni inizia con una battuta, ma dal sapore amaro…: “Se dopo due giornate ci avessero detto che avremmo avuto gli stessi punti dell’Inter tutti avrebbero firmato… – ha scherzato l’opinionista-tifoso nella sua rubrica settimanale per Sportal.it – In realtà c’è poco da ridere: il campionato è già diviso in tre fasce, tutti sapevamo che il Parma avrebbe combattuto nella terza, ma fare un punto contro Udinese e Spal è preoccupante. Adesso ci saranno Juventus e Inter ed è concreto il rischio di trovarsi dopo quattro giornate con un punto”.

La parola d’ordine secondo Boni dopo 180’ di campionato è confusione: “La stagione non è iniziata bene, ma a preoccupare ancora di più è la confusione totale che si vede ad ogni livello. Il mercato è stato chiaramente sopravvalutato, ma alcune contraddizioni preoccupano: pensiamo a Siligardi, titolare alla prima giornata e poi messo fuori lista, e a Galano, acquistato a zero e poi ceduto al Foggia dopo poche settimane”.

“La verità è che è stata fatta una rivoluzione forse inutile, si poteva anche provare a fare qualche acquisto in meno, peraltro quasi tutti prestiti o parametri zero, e dare fiducia a parte del gruppo della B, i cui componenti non sono stati piazzati: adesso abbiamo una rosa strana, con alcuni giocatori molto esperti ed altri giovani tutti da verificare. E che alla fine di tutto la qualità generale è scarsa”.

Inevitabile allora soffermarsi su chi questa campagna acquisti l’ha battezzata. Il ds Faggiano, ma soprattutto chi l’ha “armato”, ovvero la proprietà cinese: “Non si sentono, non parlano, non si vedono. E hanno anche tirato fuori ben pochi soldi – denuncia un preoccupato Boni, che poi lancia un’indiscrezione clamorosa – Da quanto si sussurra e da quanto so, se le cose non dovessero andare bene, nei prossimi mesi potrebbe esserci un rimpasto societario, con cambiamenti sostanziali nella distribuzione delle quote: adesso i cinesi hanno il 60% e i sette soci parmigiani il 30%, ma la situazione potrebbe invertirsi…”.

Articoli correlati