Maurizio Martina, tutto per la Dea

Maurizio Martina, ministro delle politiche alimentari e forestali nei governi Renzi e Gentiloni, è tifosissimo dell’Atalanta, una passione di famiglia. In occasione della Prima Festa dell’Educazione Sportal.it ha parlato con lui della stagione esaltante della Dea, di Euro2020 e del suo impegno civile per la FAO.  

 Una stagione esaltante ancora una volta per l’Atalanta. 

Assolutamente. Una stagione storica, visto quello che ha fatto, sia in Champions League che in Campionato e in Coppa Italia. È stata una grande squadra, una grande stagione. Peccato non aver avuto il pubblico, ci saremmo divertiti tanto; ci siamo divertiti comunque ma altra cosa è essere allo stadio. 

Tra questa stagione e la precedente, con l’eliminazione ai quarti di Champions da parte del PSG, quale brucia maggiorente? 

Tutte le sconfitte arrivate ad un certo punto bruciano, penso anche alla finale di Coppa Italia con la Lazio (della stagione 2018/2019, ndr). Penso però che l’Atalanta stia facendo grandi cose: ormai è diventata una squadra di riferimento in Italia e non solo. L’importante, come dice il nostro presidente, è non snaturare sé stessi: l’Atalanta deve rimanere quella che è stata in questi anni, non bisogna montarsi la testa, lavorare sodo, essere umile ma avere sempre in testa questa voglia di dimostrare di saper essere tra le grandi, un po’ come Davide contro Golia. 

Però la squadra è rimasta tale nonostante alcune cessioni negli anni. 

Questa è la grande abilità della società, del mister Gasperini, di un gruppo con un’idea di squadra precisa, che la coltiva indipendentemente dai singoli ma lavorando sul collettivo. 

Si dice che i giocatori dell’Atalanta quando vanno via da Bergamo perdano un po’ il “tocco magico”. 

L’importante è che lo tengano quando rimangono da noi. Penso che tutti quando vivono l’esperienza della squadra a Bergamo vivano qualcosa che va oltre lo sport. Ti segna anche personalmente e questo è un valore aggiunto che in pochi hanno. 

Un pronostico per l’Italia all’Europeo? 

Non faccio pronostici ma mi auguro davvero che si possa arrivare fino in fondo. Anche qui c’è un bel gruppo. Mi piace molto la guida di Mancini, Vialli e Lombardo, personalità che ci mettono prima un lato umano che calcistico e sono convinto che queste cose facciano ancora la differenza. 

L’ultima domanda sul calcio “amarcord”: il momento dell’Europeo più bello che hai vissuto e quello che ha lasciato più amarezza. 

Di sicuro il momento più amaro è stato il gol della Francia in finale a EURO2000, il momento più bello il cucchiaio di Totti sempre a EURO2000 (nella semifinale con l’Olanda, ndr). 

Un commento alla giornata di oggi? 

Bellissima. Una giornata che dà il segno anche della ripartenza del Paese. Per me la questione educativa è uno dei grandi temi prioritari, anche in FAO. C’è un filo conduttore tra questa giornata e quello che l’Italia ha fatto in questi anni con EXPO. Dobbiamo educare al cibo per educare alla cittadinanza. 

Com’è questa esperienza in FAO? 

Affascinante, bella e difficile. Spero di poter dare una mano perché ce n’è bisogno ed è come lavorare ogni giorno con il mondo su temi fondamentali come quelli della lotta alla fame e alla malnutrizione che sono temi fondamentali. 

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