Kakhaber Kaladze indica la strada al Milan

Le parole di Kakhaber Kaladze

Kakhaber Kaladze è intervenuto quest’oggi a RadioTV Serie A con RDS: “Nonostante il presente mi impegni molto, il passato non lo voglio dimenticare. Ringrazio il Milan che mi ha dato la possibilità di vincere tutto e gli sarò per sempre grato. Da piccolo ero appassionato di calcio, figlio di un ex calciatore che mi portava spesso allo stadio; ho iniziato a muovere i primi passi nella scuola calcio del paese dove vivevo, per poi spostarmi alla Dinamo Tbilisi e a 16 anni giocare come professionista. Come tutti i ragazzi, avevo dei riferimenti che seguivo: i miei erano Maradona e Paolo Maldini. Ero un bambino quando Maldini giocava, avevo in camera i suoi poster; era il mio idolo e Dio mi ha dato la possibilità di giocare con lui. Da piccolo ho sempre sognato di diventare un calciatore, anche se non mi rendevo conto delle difficoltà e dei sacrifici che servono per arrivare ad alti livelli. I miei compaesani non si aspettavano di vedermi vincente in un top club anzi, in paese quando ci trovavamo per giocare, mi dicevano che ero scarso. La chiave del successo è il lavoro, nel mio caso lo stimolo di voler dimostrare a tutti che si sbagliavano. Io devo ringraziare anche chi mi ha sempre screditato perché grazie a loro ho trovato lo stimolo per riuscire a fare bene”.

“Io e Shevchenko abbiamo fatto stagioni importanti con la Dinamo Kiev: eravamo giovani, forti e motivati, avevamo un grande allenatore e la squadra lavorava bene. Quando lui andò al Milan, ci fu molta curiosità: la società aveva grandi aspettative e lui non le deluse; già dalla prima stagione dimostrò di essere molto forte. Dopo un anno e mezzo lo raggiunsi. Avevo avuto contatti con il Bayern Monaco; andai a Monaco dove avrei dovuto firmare il contratto, ma tornato a Kiev, Rezo Chokhonelidze mi disse che sarei dovuto andare a Milano per firmare il contratto con il Milan. Parlai con Galliani e trovai subito l’accordo per un contratto iniziale di cinque anni. Ero felicissimo di poter giocare in un club con una storia importante”.

“Sono stati 9 anni bellissimi. Ci sono sicuramente stati momenti bassi segnati anche da brutti infortuni, ma con il Milan ho vinto tutto quello che ci poteva vincere: 2 Champions League, Scudetto, Coppa Italia, Supercoppa Europea, Intercontinentale, … abbiamo vinto tutto. La nostra era più una famiglia che una squadra con a capo un grande Mister: Carlo Ancelotti. La vittoria più bella è stata quella di Manchester contro la Juventus nella finale di Champions League. Il calciatore che più ho apprezzato è stato Maldini: un grande calciatore, un grande campione, ma ancor prima un grande uomo e questa è la cosa più importante. Rino Gattuso è un altro grande uomo; ci divertivamo molto a fargli scherzi perché lui era molto permaloso. Ho una gag divertente da raccontare che lo riguarda: una mattina eravamo a Milanello per la consueta seduta di allenamento; aveva piovuto molto la sera prima e appena scesi in campo con Rino, vedemmo una lumaca sul prato; gli dissi che se l’avesse mangiata, gli avremmo dato 10.000euro, e lui lo fece. Noi ovviamente non gli abbiamo mai dato i soldi pattuiti. Con tutta la squadra andavamo a cena tutti insieme quasi tutte le sere, eravamo davvero tanto uniti. Se penso al Milan di oggi penso ad una bella squadra che mi auguro possa rimanere in alto in classifica per potersi giocare la prossima Champions League. Servono acquisti importanti per poter essere competitivi anche in Europa. Non riesco ad immaginare un Milan senza Maldini e un Maldini senza Milan. Lui ha fatto bene, ha fatto acquisti importanti e con lui hanno iniziato a crescere; la decisione di allontanarlo è stata molto strana”.

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