Governo-Lega calcio, continua la polemica: le precisazioni di Spadafora

Non si placano le polemiche incrociate tra Lega Calcio e Governo, alimentatesi ulteriormente dopo le nuove comunicazioni che il Premier Giuseppe Conte ha reso note il 26 aprile.

Il mancato riferimento alla ripresa della serie A ha generato una nuova reazione di grande disappunto da parte della Lega, che secondo quanto riferito dall’Ansa avrebbe fatto notare come il proprio suggerimento di riprendere le partite entro il 14 giugno non sia stata recepita dall’esecutivo (quantomeno in maniera pubblica). Addirittura sarebbe stato espresso il timore che non sia versata l’ultima rata dei pagamenti alle pay-tv, a dimostrazione di un clima che era e resta molto pesante.

Anche in questa direzione si colloca un intervento del Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, che in una diretta Facebook ha voluto fare il punto sulla situazione con toni piuttosto accesi.

“Non dobbiamo fermarci ai titoli, dobbiamo contestualizzare – ha spiegato -. Stiamo parlando di un’emergenza sanitaria, ed è questo il quadro all’interno del quale il Governo si sta muovendo. E’ una situazione straordinaria, una battaglia che non è ancora vinta”.

“Il Paese riaprirà gradualmente e ci sono settori produttivi che stanno soffrendo moltissimo, cosa questa che porterà ad una crisi economica – la sua dolente analisi -. Siamo in difficoltà ed è in questo quadro che ci sono le difficoltà e le aspettative del mondo dello sport”.

“Sento parlare di immobilismo, ma è assurdo – ha aggiunto -. Sarebbe più facile dire che chiudiamo il campionato, sarebbe quello che la stragrande maggioranza della comunità scientifica vorrebbe, ma so che il calcio è un elemento importante per il nostro Paese dal punto di vista sociale ed economico”.

“Il business che produce il calcio finanzia gran parte dello sport e portarlo avanti sarebbe importantissimo, ma va fatto in massima sicurezza”, la sua conclusione.

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