Coronavirus, ultimatum per la Bielorussia

A un mese dalla sospensione del campionato italiano, seguito in tempi brevissimi dagli altri principali tornei europei, sono ormai rimaste pochissime le Federazioni a non aver ancora sospeso l’attività.

Tra queste c’è la Bielorussia, il cui presidente Aleksandr Lukashenk aveva sorpreso tutti a fine marzo cercando vanamente di minimizzare la minaccia in arrivo: “Cari giocatori, fate molta sauna, bevete tanta vodka e lavorate tanto per uccidere il virus nei vostri organismi” aveva detto.

Non sembra essere andata così, perché il virus è ormai arrivato anche a Minsk e dintorni, eppure il calcio va avanti. Ora però è giunto l’altolà dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha imposto lo stop: “Dai dati in nostro possesso – ha detto il dottor Patrick O’Connor, che fa parte della task force dell’Oms andata in Bielorussia per verificare la situazione  – è chiaro che qui c’è una continua crescita dei casi di positività, che raddoppiano ogni due-tre giorni”.

Da qui l’appello “a incrementare tutte le misure di isolamento” e in particolare a “sospendere manifestazioni di massa, come quelle sportive”.

Appello però caduto al momento nel vuoto perché il ministro bielorusso della Salute, Vladimir Karanik, ha replicato che “sospendere i campionati non è una decisione che mi compete”.

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