Coronavirus, furia del professor Ippolito contro la Serie A

Il membro del Comitato Tecnico Scientifico del Governo e direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani, Giuseppe Ippolito, in un’intervista a Radio Kiss Kiss non ha risparmiato stilettate contro il calcio e la Serie A, che sogna di ripartire a giugno: “Il Cts come al solito si è espresso anche per il calcio con il massimo rigore. In Italia sembra che governino due cose il calcio e le chiese. Sembra che non freghi a nessuno del fatto che muoiano tante persone. Capisco che c’è chi vuole vincere il campionato e chi non vuole che il campionato vada avanti e molte squadre hanno tanti infetti al loro interno”.

“Come ha detto il ministro Spadafora – ha continuato Ippolito -, a cui va tutto il nostro appoggio per il grande lavoro che sta facendo e per il rispetto che ha avuto per il Cts, ci saranno giorni per decidere anche alla luce di come andranno le cose, la scelta se riaprire o meno il campionato sarà presa solo su criteri scientifici. Forse valgono più i diritti di Sky su queste decisioni. La pressione sui diritti è forte. Infatti bisogna tenere conto che il calcio e la Chiesa muovono esattamente lo stesso volume di soldi: poco più di un miliardo di euro con l’otto per mille e l’altro di diritti televisivi”.

Le modifiche al protocollo: ” Il Cts dà indicazioni, l’applicazione pratica spetta alle autorità competenti, quando il testo verrà reso pubblico sarà un atto del Governo, le squadre avranno tutte le capacità per applicarlo. Tutti i soldi che si spenderanno per la serie A per fare i tamponi andranno spesi anche per le altre squadre minori, perché lo sport non è fatto solo dalla serie A e non è fatto solo dal calcio. I calciatori guadagnano una quantità spropositata di soldi e mi auguro che questi calciatori facciano donazioni generose dal loro patrimonio personale”. 

Ippolito è un fiume in piena: “Questo mare di soldi che pigliano – spesso in giro all’estero – li dessero alle istituzioni che sono impegnate nella ricerca e nella cura di questa malattia. Loro vivono in un mondo dorato, guadagnano un miliardo di volte quello che percepisce il miglior neurochirurgo che mette le mani nel cervello. Un primario neurochirurgo, onesto e che non fa marchette in cliniche private, prende 4mila euro al mese e rischia ogni volta lo stress, le coronarie e l’ansia per le persone che muoiono. I calciatori saranno bravissimi a coordinare le gambe anche loro hanno forse hanno bisogno di cervello, ma non hanno la stessa responsabilità umana che ha un cardiochirurgo e tutti i medici in generale. Se si spendono tanti soldi per far giocare la gente allora si possono spendere anche per migliorare la Sanità”.

Articoli correlati