Sfida alla Fip, Reggio firma per l’Eurocup

Colpo di scena, con  un vero e proprio blitz  nella partita che si gioca in Italia fra  alcuni club  i palazzi del potere sportivo nella querelle FIBA-Euroleague. Senza aspettare il voto dell’assemblea di Lega di giovedì 17 a Roma con la presenza di Petrucci e Malagò, i dirigenti di Pallacanestro Reggiana, Dinamo Sassari e  Dolomiti Trento  lunedì sono andati a trattare a Barcellona. La proposta  di 4 anni per la partecipazione all’Eurocup è stata accettata  fino al 2019 da Reggio Emilia e in tarda serata una nota  dava conto di una conferenza stampa per mercoledì mattina. Anche Sassari e Trento hanno già in mano il contratto, devono solo mettere la firma, si tratterebbe di ore.

Presi in contropiede  non sono Fip e CONI ma anche gli altri 12 club.  Stranamente è calata sulla vicenda spinosissima per tutto martedì un silenzio strano e quasi imbarazzante da Roma: tuoni e fulmini o un tentativo di retromarcia.  L’Armani  da parte sua il 15 novembre aveva rinnovato per per un lungo periodo e nessuno ha detto niente; vogliamo ricordare, come ha precisato il n.2 dell’Euroleague a Sportal.it, che per la licenza di Euroleague non si ragiona invece per anni, ma di rispetto di parametri, impianto, indice di riempimento, risultati, altrimenti decade.

Presi in contropiede, troppo sicuri delle loro prerogative e autoreferenzialità e della presunta debolezza degli interlocutori per aver evitato un dialogo costruttivo e intergenerazionale  in un mondo che cambia velocemente costumi e regole, dunque, è stato un errore dei palazzi  sbilanciarsi sul sostegno al progetto FIBA per riprendersi  le coppe che stava facendo decadere,  quando bastava una sola parola chiara e semplice: autonomia. Scelta interessata per loro, quelli dei palazzi del potere sportivo, ma meno interessante per i club che spendono più di quello che guadagnano (siamo arrivati a poco più di 10-15 milioni complessivi, meno del bilancio Armani e la metà di Siena con la grande banca. E per cosa?.  Organizzare il preolimpico di Torino  e portare voti importanti  alla causa di Roma quando fra un anno e mezzo l’assemblea del CIO voterà paese che ospiterà per i Giochi 2024 . Magari bastava parlarne assieme, coinvolgere i club stessi nell’operazione Rio non farne uno show proprio per dimostrare he sei il più bravo.

La Capitale corre con Parigi, Budapest e Los Angeles. Ritirate Boston al primo giro e più recentemente Amburgo per il pollice verso dei cittadini. L’Italia sarebbe in pole position affiancata da Matteo Renzi in persona nei suoi frequenti viaggi settimanali  come premier e la  figura di imprenditore-sportman internazionale d Montezemolo. Ma il basket non può essere voto di scambio, è sport, è atletica  giocata, gli slavi sostengono che questo sport si gioca con la testa.

Passeranno  il Rubicone la vincitrice dello scudetto 2015 e della Coppa Italia, della finalista e vincitrice della Supercoppa 2015 e la squadra rivelazione dell’ultima stagione che  al suo debutto in Eurocup è stata la prima fra le italiane a qualificarsi. Trento gioca il doppio match dei quarti oggi con l’Armani e il 23 al Forum; in caso del passaggio del turno e della conquista del trofeo – mai vinto da una squadra italiana – sarebbe la nostra seconda rappresentante in Euroleague perché venerdì scorso sono state messe fuori dall’Eurolega Francia e Italia e le quattro promosse saranno i vincitori della Lega Adriatica, Lega Baltica,  Germania e Spagna (dalla stagione 2017-18, per il 2016-17 verrà concessa una wild card). Ma l’Eurocup no, è diventata oggetto di trattativa per pescare fra club ambiziosi che hanno magai difficoltà a sostenere costi di mercato impazziti.

Scelta ovviamente macchiavellica, luciferina, di schieramento, dentro le squadre dei paesi alleati, fuori quelli area-FIBA. Magari sperando di rompere il fronte, come ha fatto intanto Reggio Emilia e hanno proesso le altre due.

Il meeting di Barcellona ha confermato l’intervista di Scott a Sportal.it : 40 squadre totali, 16 squadre di Euroleague e 24 di Eurocup, quindi sul tavolo le migliori 40 del momento  che grazie alla partnership con IMG e ai 900 milioni di euro in 10 anni in parte ridistribuiti anche alla simbiotica coppa gemella, mai vinta dalle nostre squadre.Si tratta di un bonus annuale più premi classifica progressivi per il passaggio del turno,  oltre al riconoscimento del valore di avviamento proporzionato ai titoli. Totale stimato 3 milioni per l’Euroleague, per l’Eurocup 1,2 milioni se la vinci altrimenti meno. In pratica è una B delle coppe, ma il ricambio viene da lì.

Per quanto riguarda l’Italia  il problema è precipitato per un sistema di vertice/potere bloccato deciso a  imporre  la ragion di Stato e un presidente di Legabasket in semestre bianco, sfiduciato e travolto dagli eventi, sempre deciso a schierasi con quelli che riteneva i più forti per stare a galla. Fra i club messi in un angolo c’è invece chi ha preso coraggio anche dalla denuncia alla Commissione Europea dell’Euroleague “per il clima di minacce e sanzioni”.

Determinante scenario l’assurda situazione di questo mandato di Lega, nato sorto, con l’arresto di Minucci, il presidente designato, e la fiducia a una figura di transizione, Marino,  contestato – non per la persona – da Villalta (Virtus Bologna) e Toti (Virtus Roma), per il doppio ruolo, presidente di Lega e di Brindisi.  E dopo la mossa “pro Petrucci FIBA” con un’annessione firmata a Monaco senza una discussione e il voto di Lega, lunedì sera  Marino avrebbe fatto un dietro front di 180 gradi, saputo del blitz dei 3 club ,dichiarando a Sky Sport24 “le squadre saranno libere di scegliere il format che più preferiranno e noi saremo parte attiva sia in FIBA he in Europa”.

Ecco il primo presidente di club pagato  profumatamente, come “ad”, nella storia della Lega,  oltre il plus marketing di una grande visibilità, tenere il piede in due scarpe nella spinosa vicenda internazionale. Nessuna speranza (a meno di rinuncia) di tornare l’Eurocup la sua Brindisi quale quarta squadra per ‘Eurocup, tenta ancora di salvare la poltrona nonostante risultati oltre le più pessimistiche previsioni.

 Il bilancio della sua gestione Tv, per fare un esempio, fa sì che a tre quarti di stagione  sulla quale non siano sono mai stati resi noti gli ascolti (idem spettatori e incassi) che nel caso di Sky, network da oltre 5 milioni di abbonati,  sarebbero nell’ordine di decine di migliaia (50/60 mila). Questo  per l’ inerzia totale nella comunicazione autoreferenziale, a cominciare anche delle cose elementari, il profilo vecchiotto del sito che tanto stona come informazione con quello spagnolo, una serie  di “veline” e statistiche torrenziale.  E inerzia imperdonabile nel sostenere anche il contratto con Sky senza interventi e iniziative a livello centrale e periferico  e  spingere assieme ai club il prodotto attraverso i tifosi per la conquista di nuovi abbonati.

In pochi giorni il blitz – così è, se i club non sapevano nulla come ci è stato detto – ha rovesciato lo scenario della querelle europea. La scappatoia per evitare un conflitto interno potrebbe essere, ai vertici dello sport, di arrampicarsi sui vetri, dire che mai s’è parlato di squalifica;  la Fip potrebbe sempre dire che si è limitata a trasmettere una raccomandazione del CONI. Il suo scopo primario, quello di portare a casa il preolimpico, Petrucci l’ha raggiunto. Immaginiamo invece l’ira di Baumann, il capo della FIBA, che appiedato il suo uomo forte Jose Luis Saez da una denuncia per affari e interessi privati nella gestione della Federazione Spagnola (FEB), aveva puntato su Petrucci come attaccante. Ma senza aver il presidente del basket mai  avuto ruoli e incarichi né il minimo interesse per entrare negli organismi internazionale a cui ha delegato Meneghin, il quale però è sparito di scena.

Il presentarsi alla festa dell’Olimpia con le scarpette rosse , riconoscimento pubblico ufficiale per il via libera l’Euroleague, perché la maison Armani, come a Londra dov’era presidente Petrucci, investirà sulle divise azzurre un milione e mezzo,   in fondo  è diventato  un appiglio giuridico forte per le tre società che erano lunedì a Barcellona a trattare l’iscrizione.

Giovedì i muri dell’Hilton tremeranno, anche se forse sarebbe meglio rinviare tutto, e far sì che i due schieramenti si ritirino nei rispettivi ambiti e la Lega soprattutto giudichi la tortuosa linea del suo presidente come pregiudiziale di voto chiedendogli conto di questa ulteriore fuga in avanti. Poi bisognerà magari chiedersi perché proprio i prescelti sono stati questi tre club e non altri? Il campionato è ancora in corsa,  se vediamo la classifica Trento e Sassari non sono nemmeno sicure nei playoff. Metti il caso che il campo premi alla fine altre squadre, vedi ad esempio Avellino, come sarebbe possibile accettare il principio di cancellare il merito sportivo?. Si andrebbe alla carte bollate. Inoltre c’è il peso dei titoli acquisiti, e Varese, Cantù, Pesaro  – se in Eurocup si entra per parametri – non possono certo seconde alle tre contrattualizzate. La partita sarebbe da rigiocare. E vogliamo infine parlare degli impianti, ignorare ad esempio che Pesaro con la bella Arena Europa gremita per la Davis con la Svizzera e probabilmente confermata per l’Argentina,  in questo non ha rivali?

Meglio dunque fermarsi subito, riflettere, perché non è proprio il caso di creare tensioni  e provocare strappi e polemiche in questo finale di stagione,  a pochi mesi dal preolimpico. In ogni caso viene in primo piano la gestione del potere dentro l’italico basket, come mostra  la stessa azione dei “ribelli”  agendo al di fuori del consorzio pur capendo bene che in un’economia  con la foglia di fico dello 0,1 per cento di crescita, questo  sistema  binario a due livelli Fip-Lega è assurdo.

La Fip ricca e potente, i fraticelli poveri. La Fip convinta che conti solo la nazionale (che si dà il caso è composta da giocatori creati, selezionati e pagati dai club) e con l’assegnazione del pre-olimpico ha già blindato  la propria rielezione con i comitati regionali, la cassaforte del voto, per il prossimo quadriennio. E dall’altra i club “gabellati”, sempre più tartassati dalla A a scendere in scala con quei Nas sui quali magari un giorno la Corte dei Conti  vorrà vedere come funziona nella partita doppia entrate-uscite. Perché mai per gli stranieri, facciamo un esempio, dovrebbero versare più di 12 mila a cranio?. Se facciamo un po’ di conti è in cifra notevolissima, e uno opina… ma la Fip vuole proteggere i vivai e però più stranieri arrivano e più lei fa cassa.

Insomma il basket ha contribuito a mostrare in questo periodo ai tifosi, ai partner e all’opinione pubblica, alle famiglie che amano questo sport comunicazionale, sociale,  quel format di sviluppo, anche  di sport  moderno di performance e divertimento di stampo americano, che il movimento 30 anni fa era più avanti.

Sul meeting di lunedì l’Euroleague ha fatto un comunicato nel quale assicura la copertura dei costi e la distribuzione di entrate dai propri sponsor. Aveva annunciato le 40  formazioni top del continente e così è stato. Erano presenti oltre alle 3 italiane Sassari, Reggio Emilia a Trento,  Limoges e Strasburgo (Francia), Alba Berlino, Brose Bamberg, FC Bayern Monaco (Germania), Aris Salonicco (Grecia) Lietuvos Rytas Vilnius e Neptunas Klaipeda (Lituania), Khimki Mosca (Russia), Stella Rossa Belgrado, Partizan Belgrado (Serbia), Herbalife Gran Canaria, Unicaja Malaga e Valencia Basket (Spagna), Besiktas e Galatasaray Istanbul (Turchia), la Lega Adriatica e la Lega Baltica, la Bundesliga e la Liga spagnola ACB.

Fanno un totale di 23 soggetti, quindi ecco sicura anche la copertura di Euroleague e Eurocup. La mancanza del rappresentante della Lega italiana e Francese  conferma che i club dei due paesi fossero là a titolo personale, ecco il machiavello per mettere discordia dentro fra i due paesi. L’avvocato Porelli, uno dei padri dell’Euroleague ormai saldamente in mani spagnole/catalane, avrebbe detto: “Questa non passa”.

A cura di ENRICO CAMPANA

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