Meneghin: “Milano-Aris, gara storica”

Martedì sera Milano giocherà in Eurocup contro l’Aris Salonicco, per una sfida che a tutti gli appassionati di basket riporta alla mente quella storica della Coppa dei Campioni nel 1986.
 
Per ricordare e rivivere quel precedente, Sportal.it ha intervistato in esclusiva Dino Meneghin, centro di quell’Olimpia che fece l’impresa vincendo di 34 punti dopo aver perso di 31 all’andata in Grecia: “Fu una partita storica, al di là delle conquiste di campionati e coppe credo che proprio quel successo rappresenti al meglio lo spirito dell’Olimpia”.
 
Per motivi anagrafici, molti tifosi biancorossi non sanno esattamente che cosa sia successo ormai quasi 30 anni fa: “Per capirlo, bisogna partire dall’incontro d’andata – racconta l’ex centro biancorosso, uomo simbolo di una formazione che poteva contare anche su altre stelle come D’Antoni e McAdoo -. Loro giocarono molto bene e noi non fummo all’altezza. Si giocò in un ambiente infuocato, sembrava di essere in battaglia, e tutto ciò credo che influì sia sul nostro rendimento che su quello degli arbitri…”.
 
A Milano, il 6 novembre 1986, però fu tutta un’altra storia: “Entrammo tutti in campo convinti di poter ribaltare il risultato. Coach Dan Peterson ci disse però di non pensare alla differenza canestri perchè avrebbe influito negativamente, di concentrarci sul vincere la partita, che sarebbe bastato recuperare un punto al minuto. Giocammo col coltello tra i denti e riuscimmo in questa impresa”.
 
Quell’Olimpia dopo aver rischiato l’eliminazione nei quarti contro la squadra di Galis (nella foto in una recente premiazione) chiuse la stagione laureandosi campione d’Europa, obiettivo a cui hanno già dovuto dire addio i ragazzi di Repesa, retrocessi in Eurocup: “Martedì con l’Aris sarà comunque una bella partita perchè entrambe le formazioni hanno buoni giocatori con trascorsi importanti. Molti non lo sanno ma credo che questa rivalità sia quasi ai livelli di quelle con Varese e Cantù”.
 
“Se a Gentile e compagni farebbe bene riguardare quella partita per prepararsi? Non credo che ne abbiano bisogno, ma magari un pomeriggio a casa potrebbero mettersi comodi e vedere come andò, per curiosità…”.

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