Crollo Olimpia e la finale è un miraggio

Servirebbe uno psicologo per capire cosa passa nella testa dell’Olimpia Milano. E’ vero, sono i playoff, ma passare dal dominio di gara 3 al disastro di gara 4 è troppo e non possono essere solo gli aggiustamenti di Buscaglia a spiegarlo. I biancorossi giocano una pessima partita, peggiore anche delle prime due del Forum, vengono dominati dalla Dolomiti Energia Trento (88-64) ed ora sono sotto 3-1 nella semifinale. I padroni di casa vincono tutti i duelli, sono primi sui palloni vaganti, sui rimbalzi in attacco e su ogni azione di energia. Così è impossibile vincere contro chiunque, a maggior ragione contro una squadra esaltata da un sogno che si avvicina e già venerdì potrebbe diventare realtà.

Non c’è Miroslav Raduljica, partito per Belgrado per ottenere un secondo consulto medico sulle sue condizioni fisiche e fuori quasi certamente anche per le prossime sfide. I padroni di casa, come prevedibile, partono con un’energia diversa rispetto a due giorni fa e Gomes doppia Milano (14-7 al 6’), ma un po’ di zona ed un paio di triple riportano subito sotto l’EA7. Si scalda l’atmosfera al PalaTrento, con una terna arbitrale che fatica a tenere il controllo del match, ed è l’Aquila ad approfittarne, piazzando un 11-0 e raggiungendo il massimo vantaggio (35-22 al 17’), mentre la squadra di Repesa forza troppe azioni individuali e non costringe alle perse gli avversari.

I biancorossi non cambiano faccia in avvio di ripresa, anzi consentono sei rimbalzi offensivi ai padroni di casa in meno di quattro minuti, che ne approfittano per volare a +16 (53-37 al 24’), con uno Shields inarrestabile per la difesa milanese. L’Aquila arriva in anticipo su tutti i palloni vaganti, l’Olimpia non sembra esserci più con le gambe e con la testa e sprofonda a -22, tra il tripudio del PalaTrento. Un po’ di orgoglio, mostrato soprattutto da Kalnietis, riavvicina l’EA7 fino al -11, ma arriva sempre un errore difensivo, pagato con due schiacciate di Lechthaler, quando servirebbe stringere le maglie per provare la rimonta. Così bastano due canestri in fila per chiudere i conti e fare 3-1. Ora le spalle sono al muro e non ci sono più margini d’errore, altrimenti lo scudetto verrà scucito dalle maglie.

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