Baraldi: “Porte chiuse? Forse meglio fermarsi”

L’amministratore delegato della Virtus Bologna Luca Baraldi in un’intervista al Corriere dello Sport si interroga sulla nuova stretta che sarebbe in arrivo per gli ingressi negli stadi e nei palasport: “Sento dire che lo sport non è un settore fondamentale, mi sembra ci sia scarsa cognizione del nostro mondo. Significa anche trascurare come i club professionistici abbiano fatto sforzi e investimenti in questi mesi per rendere club e impianti sicuri al 100% e tutelare la salute di tutti”. 

“In due mesi di gare ufficiali, nella nostra arena e negli altri palazzi siamo stati tutti assolutamente sicuri, distanze sempre assicurate, mascherine indossate, noi ci attrezzeremo anche con i termoscanner sui mezzi pubblici ci sono situazioni ben più rischiose. Per questo se arrivasse un’altra stretta, faremmo fatica a capire il perché. Non abbiamo notizie nemmeno di un contagiato durante le partite. Qui ci sono stati eventi come il campionato mondo di ciclismo, due gare di MotoGp, e nessun problema. La Regione ha gestito in modo intelligente una partecipazione corretta, il Governatore Bonaccini rappresenta uno dei partiti al governo. Ecco, dovrebbero ascoltarlo e prendere esempio, lui ha dimostrato che tutto si può fare seguendo le regole”. 

Il basket senza tifosi ha due conseguenze, per Baraldi: “Ci sono due aspetti. Il primo sociale: dare modo di partecipare a un evento significa dare il senso della vita che continua. Senza paura. Servono rispetto e responsabilità di fronte al Covid, non paura. E tornare indietro si perderebbe la fiducia della gente, che quando si potrà di nuovo andare a palazzo non ci crederà più”.

“Inoltre senza il pubblico, e con gli sponsor che così si allontanerebbero, sport come basket e pallavolo che non godono dei diritti tv del caldo rischiano il default. Il pericolo è penalizzare le società più serie. E poi i grandi campioni senza tifosi sono come attori senza pubblico: perdono motivazioni, creatività. Il sistema deve fare riflessioni forti su come andare avanti, nel caso”. 

Baraldi valuta allora la possibilità di non giocare: “E’ un ragionamento da fare, bisogna interrogarsi se è Il caso di proseguire per pochi intimi. Con i soldi delle tv non ci paghiamo nemmeno il costo del pullman. Come Virtus abbiamo alle spalle una proprietà che ci consente di andare in campo comunque, e in ogni caso non potrebbe essere una situazione da trascinare a lungo. C’è chi invece, e leggo già di club a rischio, potrebbe non farcela a pagare i contributi e i dipendenti. Da noi lavorano 100 persone, sono famiglie. Se lo Stato ci impone di chiudere i palazzi, ci finanzi anche. Non abbiamo preso un soldo, gli sponsor vanno via e il credito di imposta, per dimensioni e volumi, non si rivolge alle grandi imprese che potrebbero finanziare il sistema”.

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