Luca Secchi racconta i suoi terribili giorni in Israele

Luca Secchi racconta i suoi terribili giorni in Israele

Piero Giannico, per Tuttosport, ha intervistato Luca Secchi. C’era anche l’attuale allenatore dell’U18 femminile di Israele a Tel Aviv, quando il 7 ottobre scorso Hamas ha lanciato, tra le altre cose, un attacco missilistico con una pioggia di razzi dalla Striscia di Gaza.

“Quella mattina ho capito che stava accadendo qualcosa di catastrofico. Sono stato nel mio appartamento-bunker per tre giorni a campare con viveri che avevo comprato di scorta. Non si poteva uscire dal Paese, tutto bloccato e con un po’ di fortuna ho trovato il 10 ottobre un volo Tel Aviv-Larnaca (Cipro) e poi il diretto per Roma. L’aeroporto era inavvicinabile, sono riuscito a raggiungerlo da una strada secondaria accompagnato in macchina da un amico che conosceva bene il territorio. Ho avuto tanta paura” ha raccontato.

“Non ho temuto di morire perché considero Israele la mia seconda casa e nessuno mi avrebbe fatto del male – ha aggiunto -. Mi sono sentito in trappola e traditore. In trappola perché non sai che cosa stia succedendo per le strade. Ci sono i terroristi armati che ti entrano in casa, sequestrano le persone, ammazzano i bimbi. Traditore perché vuoi scappare e tornare in Italia”.

“Mi sono sentito piccolo. In Italia assicuriamo le auto contro i fenomeni atmosferici, lì assicurano le auto contro i pezzi di missile che ti possono cascare sull’auto” ha poi sottolineato Secchi.

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