Dopo l’anno di pausa forzata, Vittozzi è tornata a dare del tu alla vittoria nel giro di cinque gare, rafforzando ancor più l’eccellente inizio di stagione dell’Italia del biathlon
La perfezione, non ci sono altre parole possibili. Lisa Vittozzi è perfetta ed implacabile nell’inseguimento che chiude la tappa di Hochfilzen (Austria) e trasforma il 14esimo posto della sprint in uno straordinario successo che la riporta sul gradino più alto del podio ventuno mesi dopo il trionfo di Canmore che aveva di fatto certificato il successo della Coppa del Mondo 2023/24. La sappadina mette sul campo una prestazione esemplare su ogni fronte, sciorinando quattro poligoni da antologia per precisione, rapidità ed efficacia che le consentono di completare la rimonta ed uscire davanti a tutte dall’ultima sessione di tiro. Il giro finale è una progressione costante, che impedisce ad Anna Magnusson (0-0-1-0) di rientrare: Vittozzi trionfa in 28’31″5 con tanto di inchino sul traguardo, la svedese è seconda a 11″4 con la norvegese Maren Kirkeeide (1-1-1-) terza a 39″5.
Dopo l’anno di pausa forzata, Vittozzi è tornata a dare del tu alla vittoria nel giro di cinque gare, rafforzando ancor più l’eccellente inizio di stagione dell’Italia del biathlon. “Ho fatto una gara perfetta – sono state le prime parole di Lisa Vittozzi – Una prestazione che significa molto dopo uno scorso anno davvero duro. Ho lavorato tanto, a fondo, sapendo che un giorno tutto avrebbe pagato. Oggi è stata la mia giornata, l’ultimo giro è stato speciale. Per me è un sogno che si realizza poter tornare sul gradino più alto del podio. Mi sto godendo ogni giorno di questa nuova stagione e mi sto divertendo: ero sicura che questi risultati sarebbero arrivati”. Due errori nel cuore della gara fanno invece perdere contatto con le migliori a Dorothea Wierer (0-1-1-0) che trova comunque un buon nono posto a 54″9.
Prestazione robusta quindi per Rebecca Passler che con un singolo errore in apertura (1-0-0-0) mette a referto un progresso di venticinque posizioni per la 27esima piazza finale a 2’02 mentre Samuela Comola (0-0-0-2) chiude la zona punti al 40esimo posto. Magnusson mantiene la leadership della classifica generale con 314 punti davanti a Kirkeeide (260) e Jeanmonnot (241, oggi settima), Wierer supera Minkinnen ed è quinta (225) mentre Vittozzi scala la classifica ed è settima con 204 punti. Vince la Norvegia nella staffetta maschile di Hochfilzen, vissuta per metà testa a testa con la Francia. Poi il crollo di Fillon Maillet ha aperto la porta agli scandinavi che non hanno avuto rivali. Il tempo finale è di 1h11’54″8, con sole 3 ricariche, la Francia è seconda a 43″1 con 8 ricariche, mentre terza è la Svezia, risalita gradualmente, a 1’05″7 con 9 ricariche utilizzate. L’Italia chiude al sesto posto, dopo aver avuto la possibilità di lottare per il podio. Il finale, con 1 penalità e 8 ricariche, è di 2’57″4 di ritardo dai leader.
Elia Zeni utilizza due ricariche e dà il cambio a Lukas Hofer in nona posizione a 39 secondi dalla Norvegia che guida il gruppo. Con un primo poligono pulito l’altoatesino riposta l’Italia al terzo posto a 33 secondi dalla Francia e a 30 dalla Norvegia. E Hofer chiude la sua frazione con un doppio zero, con l’Italia che comanda il gruppo a 55 secondi da Jacquelin e a 50 secondi da Botn. Il cambio è per Didier Bionaz a 1’08”.
Al primo tiro Bionaz usa una ricarica, ma rimane incollato alle posizioni che contano per il podio.
Con la Norvegia che allunga e la Francia che perde terreno ma rimane seconda, sbucano gli Usa, la Germania e l’Italia per un posto fra i primi tre. Poi Bionaz commette 4 errori sull’ultimo bersaglio del tiro in piedi ed è costretto a girare. L’Italia esce al nono posto a 2’48″9 dalla Norvegia e cambia all’ottavo. Parte Tommaso Giacomel verso un recupero impossibile. Il trentino usa due ricariche nella seconda sessione di tiro, ma si lancia verso il sesto posto finale.