
"La mia categoria, pur ammessa a partecipare al Giro d’Italia Handbike, non concorre per l'assegnazione della Maglia Rosa" sottolinea deluso.
Carlo Calcagni inanella vittorie su vittorie e non nasconde l’amarezza dopo l’ennesimo successo, arrivato a Seregno, in Brianza, in occasione della tappa del Giro d’Italia Handbike.
“Ho scoperto che la mia categoria, Triciclo, pur ammessa a partecipare al Giro d’Italia Handbike, non concorre per l’assegnazione della Maglia Rosa: ciò mi amareggia davvero tanto” sottolinea il Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano.
“Una discriminazione tanto silenziosa quanto assurda e dolorosa – aggiunge -. Viviamo in un tempo in cui si parla, giustamente, di inclusione, di pari diritti, di dignità per ogni atleta. Ma se poi a certi atleti non viene neppure riconosciuta la possibilità di competere per lo stesso traguardo simbolico, allora le belle parole restano tali, e la realtà ci restituisce l’amaro sapore dell’esclusione. Non è una questione di stoffa, ma di rispetto”.
“Non penso che consegnare una Maglia Rosa in più metta in crisi il bilancio dell’organizzazione – prosegue il campione paralimpico -. Ma penso, anzi so, che negare un riconoscimento ufficiale a chi lotta con tutte le sue forze ogni giorno, nello sport come nella vita, è una sconfitta per tutti. Io continuerò a dare tutto. Soprattutto continuerò a vincere la mia gara più importante: quella contro la malattia e contro l’indifferenza. Io non smetterò mai di alzare la voce contro ogni forma di disuguaglianza, perché inclusione significa riconoscere il valore di ogni atleta, sempre e comunque. Mai arrendersi, nonostante tutto e tutti, costi quel che costi”.