Curry e LeBron, rivali per gioco

Ospite di una Tv, Kobe Bryant ha definito Stephen Curry “Stone cold-killer”. “Sembra tanto carino e gentile, ma in realtà è un killer freddo come la pietra”, è stato il commento di Black Mamba che aveva l’intenzione di fare un complimento al più giovane collega. L’interessato non ama però essere  coinvolto nelle regole dello star system e alla vigilia di gara1 della finale per il titolo contro i Cavaliers, la stessa di un anno fa che vide i Warriors vincere per 4-2 il titoloa 40 anni dal successo di Wilt Chamberlain, si tira fuori alla sua maniera, educatamente, da qualsiasi discorso riguardante il significato della sfida fra lui e Lebron presentata dalla stampa con molta enfasi per  decidere chi merita di essere considerato il volto della NBA.

“Francamente la cosa mi annoia. Non gioco per essere il volto dela NBA, essere questo e quello o tirare giù dal trono LeBron o quant’altro. Come sapete, sto cercando di vincere  gli anelli, e questo è tutto. Perciò per me la conversazione si ferma qui”, ammonisce Curry che recentemente è stato proclamato MVP della stagione per il secondo anno consecutivo, con una votazione unanime senza precedenti. LeBron ha vinto il titolo 4 volte, in un’occasione ha avuto un solo voto contro come è capitato a Shaquille O’Neil e il plebiscito a favore del più giovane collega l’ha trovato molto freddo.
 
“L’affare della graduatoria non mi interessa, e tanto meno di chi e cosa si sta parlando. Alla fine della giornata mi concentro sulla vittoria e sul fatto che l’anno scorso abbiamo vinto. Siamo i campioni uscenti, per me è la cosa più importante”
 
Pressappoco nello stesso momento, da un’altra partel LeBron parlava coi giornalisti che gli chiedevano se in questa finale per il titolo la pressione fosse maggiore rispetto alle precedenti, per il fatto di dover portare al successo Cleveland dopo un’attesa di 52 anni. 
 
“Non mi lascio mai coinvolgere totalmente dalla pressione. Penso  – ha risposto ‘The Chosen’ (definitivo fin dai tempi del college “Il Prescelto”) – di aver superato ogni aspettativa nella mia vita di professionista. Sono un tipo realista, ho preso una direzione diversa rispetto al destino di un ragazzo nato nel centro della città con un solo genitore. Solo io e mia mamma… Per questo ogni cosa che ho fatto la considero un successo. Ho scelto di giocare a basket, mi diverte, amo quel che faccio, penso di essere nel giusto e i risultati  sono arrivati, li condivido con i miei compagni  e non mi faccio delle paranoie”
Sul duello con Curry  non si è ingrugnito. Un lampo di luce è comparso nei suoi occhi: in fondo ha detto con parole diverse le stesse cose di Curry. “Voi ragazzi –  ha detto ai giornalisti – costruite rivalità, penso che sia una gran cosa per lo sport, per tutti gli sport, ma quando si parla di rivalità bisogna pensare a North Caroline-Duke e Ohio State-Michigan, è difficile dire LeBron contro Steph”. 
 
“Il fatto è – ha concluso – che ci ritroviamo di fronte a qualcosa di unico. Mi sento privilegiato di trovarmi in questa situazione, di avere un’altra opportunità… un’altra opportunità per i miei compagni di vivere una pagina importante, di giocarcela, con la gente che in tutto il mondo parla di noi. Perciò mi sento molto fortunato nell’affrontare questi discorsi”. Le Bron ha vinto due titoli con Miami in quattro finali, ed è alla sua terza finale con i Cavaliers. E’ 11° fra i marcatori all-time, 18° negli assist, 24° nei recuperi e nei playoff 4°, 3° e 5° in queste voci: a 31 anni con un fisico ringiovanito entra nella piena maturità.
 
Eccezionale la copertura di Sky con un trio di inviati in America (Tranquillo, Pessina e Mamoli) per raccontare minuto per minuto, su tutti i canali, nei telegiornali, e utilizzare i terminali ipertecnologici del network e dei social forum, l’evento che chiude alla grande questa stagione mai così fitta di record e durante la quale si è voltato pagina: Kobe Bryant si è ritirato e il record dei Bulls di Jordan è stato superato dopo 20 anni da Kerr, un ex Bulls, con molto onore e simpatia.
 
I Knicks hanno scelto Jeff Hornacek: 3 anni, 4,5 milioni a stagione. In pole position c’erano David Blatt (che adesso firmerà per i turchi del Darussafaka) e Frank Vogel che ha preferito chiudere con Orlando. E Luke Walton, il braccio desto di Kerr, non poteva dire di no al suo passato coi Lakers.  È il quinto coach in sei stagioni, il secondo di Phil Jackson che ha buttato a mare Derek Fisher e finito la stagione con Kurt Rambis che sperava di essere confermato, ma era in rotta di collisione con Anthony. Hornacek è stato una guardia degli Jazz nelle due finali perse con i Bulls di Jackson.
 
Si è ritirato nel 2000 a vita privata, dopo qualche tempo si è ravvicinato ai Jazz che gli hanno affidato il compito di sgrezzare il russo Kirilenko. Da cosa nasce cosa e i Suns, il suo primo club nella NBA, gli ha offerto nel 2013 la panchina: il primo anno è andato a gonfie vele ed è stato votato al secondo posto di “Coach of The Year” dietro Popovic. È uscito di scena a febbraio, dopo 19 sconfitte su 21 gare, con un suo giocatore che lasciando il campo gli ha sbattuto una salvietta in faccia. Non ha fatto polemiche, ha ringraziato il club per la fiducia, una persona con molto buon senso per gestire la polveriera della Grande Mela.
 
L’ingaggo di Mike D’Antoni ha invece attirato molte critiche su Leslie Alexander, il quale ha replicato in una conferenza stampa per puntualizzare che la scelta è stata condivisa dal general manager Daryl Morey. “Vorrei vincere sempre, abbiamo preso un maestro che sappia cosa fare e come vincere”, ha detto il proprietario parlando della famosa difesa up-tempo di Mike. D’Antoni, a propria volta, ha spiegato che si ispirerà al gioco delle due finaliste per il titolo, atletismo e tiro per divertire.
 
Dwight Howard potrà rimanere se accetta di essere il pilastro della difesa e ridurre la pretese come attaccante, altrimenti il 65enne Mike lancerà come il moro svizzero Clint Capela e i Rockets avranno 40 milioni da mettere sul mercato per acquistare una star di pari livello del deludente centro che dovrebbe firmare per Dallas. Mike D’Antoni,  arrivato con un triennale da 15 milioni, ha lanciato Gallinari nella NBA, non è escluso che ripeta questa operazione con un altro giocatore del suo ex club, l’Olimpia. Perché Alessandro Gentile nei giorni dello scudetto è stato scelto dai Rockets e forse Milano oggi comincia a stargli stretta: la squadra ha perso smalto in Europa e il casertano, ben attrezzato fisicamente e tecnicamente, sembra pronto per fare il grande passo.
 
PLAYOFF, FINALE WARRIORS-CAVALIERS
CALENDARIO – G1 giovedì 2 giugno OAKLAND (ore 9 locali, le 3 italiane di venerdì), G2 domenica 5 giugno OAK; G3 mercoledì 8 giugno, G4 venerdì 10 giugno CLEVELAND; G5 lunedì 13 giugno OAK; G6 giovedì 16 giugno CLE; G7 domenica 19 giugno OAK.
 
LA SITUAZIONE –  Semifinali. Est: CAVALIERS-Hawks 4/0 (104-93, 123-98, 121-108, 100-99), RAPTORS-Heat 4/3 (96-102 OT; 96-92 OT; 95-91; 94-87 OT; 99-91; 91-103; 116-89) . Ovest- Semifinali: WARRIORS-Portland 4/1 (118-106; 110-99; 108-120; 132-125 OT; 125-121); SPURS-Thunder 2/4 (124-92, 97-98; 100-96, 97-111; 91-95; 99-113).Finali: Est: CAVALIERS-Raptors 4/2 (115-84, 108-89; 84-99, 99-105; 116-78; 113-87). Ovest: Warriors- Thunder 4/3 (102-108; 118-91; 105-133, 94-118; 120-111,108-101; 96-88).
 
SKY SPORT TV – Col commento dagli Stati Uniti di Flavio Tranquillo e Davide Pessina e gli studi pre e post partita di Alessandro Mamoli, Sky Sport 2 HD apre la sua programmazione per la finale Warriors-Cavaliers alle 3 di notte di venerdì 3 giugno. Anche Sky Sport24 HD proporrà ogni giorno servizi dagli stati Uniti curati da Alessandro Mamoli. Gli incontri saranno anche in mobilità su smartphone, tablet e pc grazie a Sky Go. News e aggiornamenti sul sito skysporthd.it, e la community social Sky, Facebook, Twitter  e Instagram. Questa la programmazione delle prime 4 gare: venerdì 3 giugno, ore 3 G1 da  Oakland diretta SS 2 HD differita ore 13 2HD, ore 16.05 1 HD; G2 lunedì 6 giugno, diretta ore 2 2 HD, differita ore 18 e 22.30 2 HD; giovedì 9 giugno diretta ore 3 2HD, differita ore 1430 1HD, ore 18.15 e 22.45 2 HD; G3 da Cleveland, diretta ore 3 giovedì  SS 2 HD, differita ore 14.30 1 HD, ore 18.15 e 22.45 2 HD;  G4, diretta sabato 11 giugno ore 3  (Quicken Loan Arena)2 HD, differita ore 10.30 Mix HD, ore 14 3 HD,ore  22.45 2 HD.
 
A cura di ENRICO CAMPANA

 

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