Ferrari, Lewis Hamilton non vede l’ora che finisca tutto e sbotta. Vasseur gli risponde

Articolo di Aldo Seghedoni

La stagione del pilota inglese si è trasformata in un incubo senza fine: a Las Vegas l'ultima gara da dimenticare

Dal sogno all’incubo: la prima stagione di Lewis Hamilton con la Ferrari si è trasformata in un calvario per il pilota inglese, che anche a Las Vegas è andato malissimo, chiudendo decimo al traguardo (poi ottavo dopo la squalifica delle due McLaren). Nelle interviste il sette volte campione del mondo come suo solito non ha trattenuto le parole: “Mi sento malissimo. Sicuramente è stata la peggiore stagione di tutta la mia carriera e per quanto ci stia provando, continua a peggiorare. Sto provando di tutto, dentro e fuori dalla macchina. Il risultato è terribile, non c’è niente di positivo che posso trarre da quest’oggi”.

“Non vedo l’ora che finisca, non vedo l’ora che arrivi la prossima stagione. Ho avuto 22 weekend negativi, non so nemmeno quanti punti abbiamo e le due prossime gare so che finiranno allo stesso modo”.

Il team principal Frederic Vasseur gli ha risposto ha stretto giro: “Posso comprendere la reazione di Lewis subito dopo la gara, ma dobbiamo calmarci e concentrarci sui prossimi due weekend di gara, perché torneremo. Non penso che dobbiamo stravolgere tutto. Si tratta di mettere tutto insieme e credo che stiamo faticando a disputare un weekend pulito. Non è solamente una questione di pura prestazione”.

Sulla dura reazione di Hamilton: “Posso capire perfettamente i piloti. Loro vogliono di più e credetemi che nelle riunioni in fabbrica del lunedì mattina anche io sono abbastanza duro. Tuttavia, volere sempre di più è nel nostro DNA. Preferisco avere dei piloti aperti che a fine gara dicano di essere frustrati quando non si è svolto un lavoro perfetto o quando la macchina non era buona piuttosto che vadano alle interviste TV a dire che la squadra è perfetta e che l’auto va bene. In quel caso uno resterebbe deluso”.

Gli dicono tutti che è troppo elegante ma lui non crede sia vero. Ha sempre avuto una grande attrazione per la NBA ma l’altezza non l’ha mai supportato e così ha dovuto ben preso riporre il sogno nel cassetto di diventare un giocatore di basket professionista. Ma non considera che scrivere sia un ripiego, tutt’altro.

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