Fabio Aru: “Aiutiamo la famiglia di Scarponi”

Fabio Aru oltre ad avere perso un gregario di lusso, ha perso soprattutto un grande amico, suo compagno di squadra dal 2014. La morte di Michele Scarponi lo ha scosso parecchio, inevitabilmente, e a due giorni dall’inizio del 100esimo Giro d’Italia, quello che Scarponi avrebbe dovuto correre da capitano dell’Astana proprio al posto dell’infortunato Aru, il sardo è tornato su quel drammatico incidente.

“La appoggio con decisione la scelta dell’Astana di partecipare al Giro con soli 8 corridori in omaggio a Scarponi – ha dichiarato Aru alla Gazzetta dello Sport -. È giusto che venga ricordato tutti i giorni, Michele, e nella maniera più corretta per far capire quello che era lui, e quello che era per la squadra. In un aggettivo, fondamentale. Con il carisma, il sorriso, la parola di conforto che sapeva sempre trovare. Io mi terrò stretti tutti i momenti passati assieme”.

Il ‘Cavaliere dei 4 Mori’ ha poi raccontato il lato umano di Scarponi e come il marchigiano fosse un punto di riferimento non solo per i compagni: “Per giorni ho avuto i pensieri sempre altrove, era come se mi fossi dimenticato di tutto il resto. Una tragedia troppo grande e triste che mi ha veramente scosso – ha proseguito Aru -. Sono andato al funerale e forse solo allora mi sono reso davvero conto di che cosa fosse successo. Avevo conosciuto Michele già nella seconda parte del 2012, quando passai professionista. Parlavamo spesso nel 2013, pur se in squadre rivali. E poi eravamo compagni dal 2014. All’ultimo ritiro di Sierra Nevada, era incredibile come fosse punto di riferimento pure per i corridori di altre squadre: Jungels, Capecchi, Herrada, che si stavano allenando lì. Poi dal Tour of the Alps ci eravamo scritti spesso. Dopo la sua vittoria della prima tappa, e durante la settimana. No, non ci sono altre parole, se non abbracciare e aiutare la sua splendida famiglia”.

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