Mino Taveri: “Juve, tieni Vlahovic e cerca di ritrovarti”

Articolo di Mauro Corno

"Gli infortuni patiti da Bremer hanno privato la squadra bianconera di un leader" ha aggiunto il giornalista.

A Milano AutoClassica, che ha aperto i battenti venerdì, c’era anche Mino Taveri ad ammirare i gioielli a quattro e due ruote presenti in fiera. Sportal.it ha intervistato in esclusiva il giornalista su un’altra materia: il calcio e in particolare la situazione della Juventus.

Questa Juventus ti convince?
Una squadra che cambia allenatore non può funzionare subito. È dura, perché il ciclo di qualche anno fa è finito e la ricostruzione non è stata ideale. Ci sono stati anche problemi societari. Il gruppo non è nemmeno male, però Tudor non è riuscito a dare un’identità chiara. Ora ci prova Spalletti. In sostanza bisogna ritrovare un po’ di Juve, quella che si è persa negli ultimi anni. Questo pesa anche sulle scelte di mercato. Non è una squadra da titolo, ma nemmeno da settimo posto.

Il nodo principale è la difesa?
La difesa non è più quella di una volta. Qualcuno potrebbe dire che manca anche l’attacco di una volta, e a centrocampo non ci sono più Pirlo, Vidal o il primo Marchisio. Però il colpo più duro è stato l’infortunio di Bremer, tra l’anno scorso e quest’anno. Non solo per il suo valore tecnico, ma perché dava identità all’intero reparto. La Juve l’ha pagata molto. È inevitabile rassegnarsi alla fine dell’era dei Bonucci, Chiellini, Barzagli, Pirlo, Vidal e Del Piero.

E Vlahovic?
Un giocatore in scadenza che prende 12 milioni di stipendio crea un problema. I club devono tutelarsi. Se vuoi puntare su Vlahovic, ci punti. Se lo vuoi vendere, lo vendi. Quest’anno questa incertezza ha pesato: Tudor voleva schierarlo sempre, ma la situazione non gliel’ha permesso. Spalletti probabilmente ha chiesto chiarezza e ha detto che vuole giocare con Vlahovic, perché è uno dei pochi top player rimasti. E io concordo pienamente con l’allenatore.

Spalletti vuole anche un regista. Locatelli pare non convincerlo del tutto.
Il punto è un altro: dove lo trovi oggi un regista vero? È difficile ricostruire. Le società italiane faticano a prendere giocatori di altissimo livello. O li cresci in casa oppure fai il colpo a sorpresa, come il Napoli con Kvara o come la Juve fece anni fa con Zidane. Ma è raro. Per questo serve trovare il talento nascosto, e poi essere bravi a tenerlo. Se cresce troppo, rischiano di portartelo via.

Si rischia sempre meno sul mercato…
Per rischiare però devi conoscere davvero i giocatori. Individuare il colpo non è semplice. E se uno è forte davvero, spesso finisce a giocare altrove. Questo è il limite più grande di oggi.

Da oltre vent’anni Editor-in-Chief di Sportal.it si è laureato in Scienze Politiche alla Statale di Milano con una tesi su Georges Simenon. Ha scritto due libri su calciatori e allenatori italiani all’estero: Ai confini dell’impero e Nuovi confini dell’Impero. Da bimbo era certo che avrebbe giocato in serie A ma già in Seconda Categoria faticava.

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