
"Possono diventare fondamentali giocatori che sembravano fuori dal progetto fino a 15-20 giorni fa" sottolinea in esclusiva a Sportal.it.
Ripartono le coppe europee e su Sky verranno trasmesse oltre 500 partite in diretta. A Milano è stato presentato il calendario. C’era anche Michele Padovano, ex bomber della Juventus, dove ha giocato dal 1995 al 1997, e di numerose altre formazioni italiane ed estere. Per lui anche una presenza nella Nazionale. Sportal.it lo ha intervistato in esclusiva.
Ti piace il nuovo attacco della Juventus? E secondo te è stata la scelta giusta chiudere la polemica con Vlahovic e confermarlo in bianconero?
Questo è proprio il bello del calcio: giocatori che sembravano fuori dal progetto fino a 15-20 giorni fa, oggi possono diventare fondamentali. Secondo me la Juve ha lavorato molto bene sul mercato. Ha preso ottimi giocatori. Sono molto curioso di vedere all’opera Zhegrova, perché secondo me è un profilo davvero interessante. L’unico dubbio riguarda il suo stato fisico, visto che non gioca da dicembre, ma come qualità c’è poco da discutere.
Esistono ancora attaccanti “alla Padovano”? O alla Massaro, per intenderci. Quelli che magari non partono titolari, ma entrano e fanno male lo stesso?
Sì, assolutamente. Esistono ancora ragazzi seri, professionisti, che si fanno trovare pronti quando vengono chiamati. È chiaro che il calcio di oggi è diverso rispetto a quando giocavamo noi, ma resta sempre un gioco bellissimo. Io sono convinto che i professionisti ci siano, bisogna solo metterli nelle condizioni giuste per fare bene.
C’è un giocatore in cui ti rivedi oggi?
No, non mi è mai piaciuto fare paragoni, nemmeno quando giocavo. Ogni calciatore, come ogni persona, è unico. Possono esserci delle somiglianze, ma credo che ciascuno debba mantenere la propria identità. Ognuno è unico nel suo genere.
Però tu alla Juve hai lasciato un segno importante. Ancora oggi, basta dire “Padovano” e i tifosi si ricordano di gol decisivi…
Non può che farmi piacere. Sono davvero onorato di questo. Oggi, ogni volta che partecipo a un evento o presento il mio libro (“Tra la Champions e la libertà”, ndr), l’affetto dei tifosi juventini è straordinario. Sentire che ancora mi ricordano è un’enorme soddisfazione. È un onore, davvero.