Minacce di morte ai viola: vergogna sui social

Articolo di Francesco Lucivero

Mogli e compagne di alcuni calciatori della Fiorentina hanno segnalato e denunciato comportamenti deprecabili da parte dei leoni da tastiera.

È un momento delicatissimo in casa Fiorentina, con la squadra all’ultimo posto e ancora senza vittorie in campionato e una sconfitta, quella sul campo del Sassuolo, che ha acuito tensioni già evidenti nei giorni scorsi. Non si tratta, però, solo di una questione di classifica: il malumore rischia infatti di tramutarsi in un clima tossico capace di travalicare i confini sportivi, riversandosi sui social con modalità inquietanti. C’è infatti, in rete, chi ha dato sfogo agli istinti peggiori, prendendo di mira non solo i calciatori viola ma anche le loro famiglie. Compagne e mogli di alcuni giocatori della Fiorentina hanno infatti ricevuto messaggi minatori, come da loro stesse segnalato pubblicamente sui propri profili.

Fra le testimonianze più forti c’è quella di Amanda Ferreira, moglie di Dodô, che ha condiviso apertamente alcuni commenti ricevuti sotto un suo post: in quei messaggi, l’odio si spingeva fino ad augurare la morte ai figli del terzino brasiliano. “Aspettatevi la polizia a casa vostra – ha scritto sul suo profilo Instagram la moglie del calciatore gigliato, rivolgendosi ai leoni da tastiera -. Internet non è una terra senza legge dove potete dire quello che volete e farla franca. Basta. Tutto ha un limite”. Gli episodi di odio via social riaccendono i riflettori sulla vulnerabilità dei familiari dei giocatori e c’è già chi è pronto ad adire le vie legali.

Contro il Sassuolo, i viola erano passati in vantaggio grazie al rigore realizzato al 9′ da Mandragora, salvo poi lasciare campo libero alla rimonta neroverde firmata dai gol di Volpato al 14′, Muharemovic nel recupero del primo tempo e Koné al 65′. Un ko che lascia i viola all’ultimo posto in classifica, ma di certo non giustifica i comportamenti denunciati da Amanda Ferreira e dalle altre mogli e compagne dei calciatori. La Fiorentina, già alle prese con una stagione complicata, si trova così a fronteggiare un problema che va oltre il rettangolo di gioco: un nodo culturale e sociale che chiama in causa il senso di responsabilità collettiva e il rispetto delle persone.

Nato nel 1986, giornalista pubblicista e speaker radiofonico appassionato di comunicazione sportiva e culturale. Nell'ambito di collaborazioni con importanti editori italiani, oltre che di uffici stampa, realizza articoli, interviste e contenuti per web, radio, televisione e social media.

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