Fiorentina, Paolo Vanoli si presenta: “Non ho paura”

Articolo di Luca Giorgetti

Il nuovo allenatore della Viola ha parlato nella conferenza stampa di presentazione dopo il debutto contro il Genoa

Paolo Vanoli, nuovo allenatore della Fiorentina, si è presentato in conferenza stampa. “So che cos’è Firenze – ha esordito -. Perché qui si è dimostrata negli anni una grande crescita, il presidente ha voglia e forse era destino che accettassi questa sfida. Queste sfide mi motivano, mi danno energia. E soprattutto non ho paura, so che sarà lunga e difficile, infatti ho detto ai ragazzi di mantenere lucidità. Perché per uscire da questo momento ci vuole tanto lavoro”.

“Lasciamo stare il mercato di gennaio – ha aggiunto il tecnico della Viola -. Ho sentito molte cose sulla preparazione estiva: non mi voglio paragonare a una persona che qua ha fatto cose per il bene della Fiorentina, parlare di questo o del mercato non sarebbe corretto. Pensiamo alla prossima partita, che sarà per noi importante e difficile”.

“Noi dobbiamo lavorare partita dopo partita, il campionato adesso ha un obiettivo diverso dalla coppa. L’errore, adesso, sarebbe pensare a cosa possiamo fare. Pensiamo partita per partita, a piccoli passi: è un messaggio troppo importante. Diamoci piccoli traguardi, altrimenti rischiamo per l’ennesima volta di uscire. Ai ragazzi ho detto: “Siamo qua sotto. Magari siamo anche bravi, ma siamo qua sotto”. Per cui adesso dobbiamo metterci l’elmetto. Una prima risposta l’ho avuta a Genova, c’è sicuramente tanto da lavorare ma ho vissuto squadre che hanno vinto, con giocatori che non avevano la presunzione del vincente. Ora lavoriamo con questa mentalità, da umili: i vincenti fanno così. Questo è un posto che emoziona, ora guardiamo avanti senza voltarsi indietro. Dobbiamo dare qualcosa al nostro presidente e ai nostri tifosi, servono grande lavoro, umiltà e consapevolezza, con grande lucidità”.

Quindi ha mandato un messaggio per i tifosi: “Oggi dobbiamo essere noi a riconquistare i tifosi. L’ho detto ai giocatori, perché i tifosi stanno facendo tanto e tocca a noi riconquistarli. Come? Con sacrificio, voglia di conquistare qualcosa, di uscire da questa situazione. È il momento di prendersi la responsabilità, abbassare la testa, stare zitti e accettare tutte le critiche”.

Su Gudmundsson: “Deve lui capire me, non il contrario. E anche velocemente. Un po’ lo stesso discorso di Fagioli, sono giocatori importanti e che sono stati presi perché hanno qualità, ma bisogna cambiare mentalità. Albert è un giocatore su cui crediamo, ma ora siamo tutti sulla stessa barca. Non si può guardare l’aspetto tecnico, ogni giocatore deve fare una corsa in più per il compagno, a partire dagli attaccanti”.

Chiosa sulla possibilità di vedere la coppia d’attacco Kean-Piccoli: “C’è un parco attaccanti da sfruttare. È come il discorso della difesa a tre o a quattro: devo capire come mettere in condizioni gli attaccanti di far gol, questo è quel che conta. Piccoli e Kean hanno caratteristiche molto simili, ma se si mettono a disposizione l’uno dell’altro in futuro potrebbero anche giocare insieme. Non è la priorità, devono essere bravi a giocare anche da soli e mettersi a disposizione della squadra”.

Laureato in Economia alla Bicocca di Milano, e specializzato col Master in Sport Business Management, collabora per Sportal.it scrivendo articoli di ogni sport dopo l'attenta analisi di dati, fonti e statistiche. In particolare, è appassionato di tennis, che pratica a livello agonistico, e calcio.

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