Il nuovo allenatore della Viola ha parlato nella conferenza stampa di presentazione dopo il debutto contro il Genoa
Paolo Vanoli, nuovo allenatore della Fiorentina, si è presentato in conferenza stampa. “So che cos’è Firenze – ha esordito -. Perché qui si è dimostrata negli anni una grande crescita, il presidente ha voglia e forse era destino che accettassi questa sfida. Queste sfide mi motivano, mi danno energia. E soprattutto non ho paura, so che sarà lunga e difficile, infatti ho detto ai ragazzi di mantenere lucidità. Perché per uscire da questo momento ci vuole tanto lavoro”.
“Lasciamo stare il mercato di gennaio – ha aggiunto il tecnico della Viola -. Ho sentito molte cose sulla preparazione estiva: non mi voglio paragonare a una persona che qua ha fatto cose per il bene della Fiorentina, parlare di questo o del mercato non sarebbe corretto. Pensiamo alla prossima partita, che sarà per noi importante e difficile”.
“Noi dobbiamo lavorare partita dopo partita, il campionato adesso ha un obiettivo diverso dalla coppa. L’errore, adesso, sarebbe pensare a cosa possiamo fare. Pensiamo partita per partita, a piccoli passi: è un messaggio troppo importante. Diamoci piccoli traguardi, altrimenti rischiamo per l’ennesima volta di uscire. Ai ragazzi ho detto: “Siamo qua sotto. Magari siamo anche bravi, ma siamo qua sotto”. Per cui adesso dobbiamo metterci l’elmetto. Una prima risposta l’ho avuta a Genova, c’è sicuramente tanto da lavorare ma ho vissuto squadre che hanno vinto, con giocatori che non avevano la presunzione del vincente. Ora lavoriamo con questa mentalità, da umili: i vincenti fanno così. Questo è un posto che emoziona, ora guardiamo avanti senza voltarsi indietro. Dobbiamo dare qualcosa al nostro presidente e ai nostri tifosi, servono grande lavoro, umiltà e consapevolezza, con grande lucidità”.
Quindi ha mandato un messaggio per i tifosi: “Oggi dobbiamo essere noi a riconquistare i tifosi. L’ho detto ai giocatori, perché i tifosi stanno facendo tanto e tocca a noi riconquistarli. Come? Con sacrificio, voglia di conquistare qualcosa, di uscire da questa situazione. È il momento di prendersi la responsabilità, abbassare la testa, stare zitti e accettare tutte le critiche”.
Su Gudmundsson: “Deve lui capire me, non il contrario. E anche velocemente. Un po’ lo stesso discorso di Fagioli, sono giocatori importanti e che sono stati presi perché hanno qualità, ma bisogna cambiare mentalità. Albert è un giocatore su cui crediamo, ma ora siamo tutti sulla stessa barca. Non si può guardare l’aspetto tecnico, ogni giocatore deve fare una corsa in più per il compagno, a partire dagli attaccanti”.
Chiosa sulla possibilità di vedere la coppia d’attacco Kean-Piccoli: “C’è un parco attaccanti da sfruttare. È come il discorso della difesa a tre o a quattro: devo capire come mettere in condizioni gli attaccanti di far gol, questo è quel che conta. Piccoli e Kean hanno caratteristiche molto simili, ma se si mettono a disposizione l’uno dell’altro in futuro potrebbero anche giocare insieme. Non è la priorità, devono essere bravi a giocare anche da soli e mettersi a disposizione della squadra”.