Roma-Parma, il doppio ex ridimensiona Dovbyk e mostra dubbi su Cuesta

Articolo di Aldo Seghedoni

La Roma affronta un Parma che non si presenterà di certo all'Olimpico in veste di agnello sacrificale. Tra chi ha giocato in entrambe le squadre c'è Alberto Di Chiara, un signor calciatore.

Alberto Di Chiara, ospite ai microfoni di Radio Manà Manà Sport Roma, ha parlato anche della preoccupante involuzione di Artem Dovbyk e della scommessa Carlos Cuesta operata dal Parma.

“Non è solo un fattore tecnico ma anche psicologico. Insieme al tecnico deve trovare tranquillità – ha affermato, parlando dell’ucraino -. Ha delle qualità che deve mettere in mostra. Penso sia soprattutto un discorso mentale, potrebbero aiutarlo i risultati che ottiene sul campo la Roma: anche il singolo può ritrovarsi. Non parliamo di un fenomeno poi, sia chiaro”.

“L’ambiente condiziona le prestazioni di una squadra fino a un certo punto. Un giovane può soffrire, ma un professionista deve calarsi nelle situazioni, di conseguenza credo sia importante riuscire a trovare un equilibrio. È il risultato che ti aiuta a far valere le tue idee” ha aggiunto.

“Roma-Parma? Non c’è nulla di scontato. Stiamo vivendo un campionato in cui non ci sono più talenti che ti risolvono la partita. La Roma è favorita, ma serve che tutti giochino al massimo per portare a casa il risultato” ha proseguito Di Chiara, un signor calciatore che ha giocato nella Roma tra il 1980 e il 1982, dopo essere cresciuto nelle giovanili giallorosse, e nel Parma dal 1991 al 1996.

Conclusione su Carlos Cuesta: “Una scelta coraggiosa, azzardata. Non ci sono riscontri pratici di gestione di squadre importanti per lui. Sono valutazioni che si fanno senza conoscere risultati sul campo. Ai miei tempi Arrigo Sacchi venne scelto per il rilancio del Milan, ma aveva fatto esperienza in serie B e in serie C, soprattutto da inizio stagione. In questo caso saranno i risultati a dare torto o ragione a questa scelta”.

Gli dicono tutti che è troppo elegante ma lui non crede sia vero. Ha sempre avuto una grande attrazione per la NBA ma l’altezza non l’ha mai supportato e così ha dovuto ben preso riporre il sogno nel cassetto di diventare un giocatore di basket professionista. Ma non considera che scrivere sia un ripiego, tutt’altro.

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