
"Già essere tra le prime trenta calciatrici al mondo era qualcosa di impensabile, figuriamoci entrare nella top 20" racconta a Sportal.it la capitana della Nazionale.
Anche Cristiana Girelli è tra i protagonisti di Back in the Game, il nuovo format nel quale Jury Chechi ha esplorato storie di fiducia, forza interiore e umanità legate a grandi sportivi italiani ma anche a personaggi dello spettacolo. A Milano c’è stata la presentazione della trasmissione di Sky e Sportal.it ha intervistato in esclusiva la capitana della Nazionale di calcio femminile.
Sei tra le prime 20 calciatrici al mondo, al sedicesimo posto: che effetto fa?
È un orgoglio immenso, davvero. Già essere tra le prime 30 era qualcosa di impensabile, figuriamoci entrare nella top 20. Sono molto fiera di tutto quello che ho fatto con la Juventus e con la Nazionale: sono esperienze che sicuramente mi hanno portata fin qui.
C’è anche tanto orgoglio nel vedere che, grazie a voi, il calcio femminile viene sempre più apprezzato…
Sì, assolutamente. Noi non giochiamo solo per vincere partite. Giochiamo anche per un obiettivo molto più grande, socio-culturale: dare alle bambine che iniziano a tirare i primi calci la possibilità di sognare. Vogliamo che possano dire: “Anch’io voglio diventare una calciatrice, anch’io voglio provare quelle emozioni”. È questo che ci spinge ogni giorno.
Indossare la fascia da capitano ti ha responsabilizzata ancora di più?
La fascia è un onore, certo, e me la tengo stretta. Ma non credo sia solo quel simbolo a fare la differenza. Credo che siano l’atteggiamento quotidiano, l’esempio che dai in campo, sia alle più giovani che alle compagne, a definire il tuo ruolo. Ed è lì che cerco sempre di dare il massimo.
Ti vedremo ancora a lungo in campo?
Non lo so. Quando sarà il momento di decidere, saranno la mia testa e il mio cuore a darmi la risposta.
Avete attraversato un periodo complicato in Nazionale. Poi però siete tornate unite, con un’identità nuova. Qual è stato il segreto?
Il segreto è stata la voglia di rivincita. Quando attraversi un momento difficile, soffri e chi lo vive in prima persona lo sa bene. Abbiamo passato fasi complicate, come al Mondiale o all’Europeo, in cui non siamo state all’altezza delle aspettative. Ma già dai primi risultati di questa nuova era abbiamo ritrovato entusiasmo e soddisfazioni importanti. Non ci fermiamo qui: vogliamo continuare a crescere, migliorare, vivere nuove emozioni. Abbiamo fame di futuro.