Andrea Pirlo e la sua nuova Juve: i dati a confronto gli altri allenatori bianconeri

Una stagione, quella dei bianconeri, che si sta rivelando particolarmente difficile. È chiaro che sognare non costa nulla, ma pensare di recuperare tutto il gap rispetto all’Inter è veramente eccessivo, soprattutto in considerazione delle ultime prestazioni fornite sul campo da parte della Vecchia Signora, su cui pesano certamente le assenze e i vari infortuni, che non permettono a Pirlo una rotazione normale degli uomini a sua disposizione. Insomma, l’Inter è ormai favoritissima per vincere lo scudetto, come dimostrano anche i bookmakers con le varie quote sulle scommesse calcio relative alla Serie A.

Avendo i giocatori sempre contati, è anche un po’ complicato mettere in atto quel concetto e quei dettami di gioco che caratterizza l’idea di calcio di Andrea Pirlo, anche se c’è da dire che, in fin dei conti, nonostante lo scudetto si stia avvicinando sempre di più a Milano, sponda nerazzurra, bisogna sottolineare come si siano viste diverse prestazioni di alto livello dal punto di vista del gioco.

Le differenze con le precedenti Juventus

Un articolo che è recentemente apparso sul blog sportivo L’insider, ha posto un po’ a confronto la Juventus di Andrea Pirlo, con quelle, invece, guidate nel corso degli ultimi nove anni da parte di Antonio Conte, Max Allegri e Maurizio Sarri.

Sarri: il sogno del bel gioco e la Champions sfumata troppo presto

La stagione 2019/2020 avrebbe dovuto essere quella della rivoluzione dal punto di vista del gioco. Un cambiamento epocale a livello culturale e di stile di gioco, con l’arrivo sulla panchina bianconera di Maurizio Sarri. Eppure, nonostante i risultati certamente sono stati fin da subito a favore dell’ex tecnico del Napoli, altrettanto non si può dire delle prestazioni messe in mostra in campo.

Anzi, sono state numerose le critiche che sono piovute all’indirizzo del tecnico toscano, reo di non essere riuscito a trasportare e integrare quell’idea di bel gioco che tanto si è ammirata nei suoi anni a Napoli, nel Dna bianconero. Un impegno non semplice, va detto, anche se l’uscita di scena prematura in Champions League, agli ottavi di finale contro il Lione, ha sancito anche l’addio a Sarri, che non è mai riuscito a entrare nei favori della dirigenza, così come nel cuore dei tifosi.

Allegri: due finali di Champions e un valore della rosa stratosferico

Se vogliamo ricondurre l’intero discorso solamente a una questione prettamente europea, è necessario mettere in evidenza come Max Allegri sia stato certamente il tecnico che c’è andato più vicino a portare di nuovo a Torino quella Coppa, che in effetti cominci a essere un po’ “maledetta”. Le finali raggiunte contro Barcellona e Real Madrid, molto meno attesa la prima, dimostrano come la sua Juve, oltre a essere un vero e proprio fortino a livello europeo con una vagonata di titoli vinti impressionante, ha lottato e si è messa in mostra anche in ambito europeo.

Dall’arrivo di Allegri, la Juve è cresciuta anche strutturalmente dal punto di vista degli introiti, potendosi permettere investimenti mai visti in precedenza. Basti pensare che, nel corso dell’ultimo della gestione Allegri, si è arrivati ad avere una rosa dal valore complessivo superiore a 871 milioni di euro.

La Juve di Antonio Conte

Il ritorno alla vittoria, il primo scudetto dopo tanti anni, il sapore di tornare nuovamente competitivi. Antonio Conte ha un rapporto di amore/odio con i tifosi juventini che è difficilmente spiegabile. Se ha ritoccato una serie di record, come i 102 punti in un singolo campionato, c’è da dire che in Europa, purtroppo, ha fatto sempre una gran fatica, raggiungendo al massimo quarti in Champions e semifinali in Europa League.

 

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