Analisi tattica del Chievo Verona allenato da Aglietti

Si dice che ogni 12 secondi, di media, un tifoso di calcio pensi alla propria squadra del cuore. Probabilmente in Italia la statistica è ancora più eclatante, dato che l’amore per il pallone è enorme. Tutti gli appassionati non vedono l’ora che i propri beniamini scendano in campo per cercare di conquistare un risultato importante. Ad esempio, in Serie B si punta alla promozione in Serie A. Quest’anno, poi, a differenza della scorsa stagione, dove il Benevento di Pippo Inzaghi ha dominato in lungo e in largo, la lotta per il salto di categoria è molto più avvincente, come testimonia il palinsesto dei pronostici sul calcio. Non è un caso, dunque, che ci siano più squadre a giocarsi i primi posti.

Tra queste, oltre alla capolista Salernitana, c’è il Chievoverona. Dopo tanti anni di militanza in Serie A, il club veneto non può che essere tra i favoriti per conquistare nuovamente l’accesso al massimo campionato italiano. Dalla parte dei clivensi non c’è solo l’esperienza, ma anche una rosa di primissimo livello, in cui spiccano nomi importanti in ogni reparto. Dal portiere Adrian Semper ai difensori Levebre e Gigliotti. A centrocampo e in attacco, poi, ci sono anche vecchie conoscenze della massima serie, come Luca Garritano, Emanuele Giaccherini, Joel Obi, Amato Ciciretti e Filip Djordjevic.

Inoltre, in panchina il Chievo ha a disposizione uno degli allenatori più in voga nel campionato cadetto degli ultimi anni: Alfredo Aglietti. Si tratta dell’ex tecnico dell’Hellas Verona, che nel 2018/2019 riuscì a riportare gli scaligeri in serie A con un’impresa ai limiti dell’impossibile. I veneti, infatti, ribaltarono il 2-0 subito dal Cittadella in trasferta, vincendo 3-0 al Bentegodi. La promozione, invece, è stata solamente sfiorata nella scorsa stagione con i clivensi. Aglietti, subentrato a marzo a Michele Marcolini, è riuscito a portare il Chievo ai playoff, ma nelle semifinali la corsa verso la massima serie si è arrestata bruscamente contro lo Spezia. Il tutto nonostante il 2-0 dell’andata a favore dei gialloblù.

Quest’anno, Aglietti punta alle posizioni da promozione diretta, ossia le prime due. In caso dovesse arrivare nella zona di classifica che dà accesso ai playoff, spera di poter comunque conquistare la finale per riportare la squadra in Serie A. Il tutto puntando su un sistema di gioco che sfrutta al meglio le caratteristiche della rosa a disposizione e che ha permesso di ottenere, sinora, buoni risultati sul campo: il 4-4-2. Un modulo che garantisce alla squadra un certo equilibrio tecnico-tattico, essendo solida in difesa e con tanti uomini nella trequarti avversaria in fase di possesso palla.

Fulcro del gioco di Aglietti sono i due centrali di centrocampo Joel Obi e Luca Palmiero, che riescono a completarsi a vicenda per le diverse caratteristiche fisiche e di gioco dei due. Obi è più un incontrista, che va a coprire ampie zone del terreno di gioco, permettendo alla squadra di fare filtro e di ripartire rapidamente con incursioni offensive una volta recuperato il pallone. Palmiero, invece, è più simile a un regista, capace di far girare palla sia con passaggi corti che con improvvisi lanci lunghi a cercare le due punte o gli esterni. Specialmente Giaccherini, che conferisce velocità e imprevedibilità sulla fascia di competenza. Djordjevic, infine, garantisce profondità e affidabilità nei duelli aerei, in modo da dare un’opzione in più anche alla difesa in casi di emergenza. Palla al serbo che, in base al momento della partita o alla zona del campo, può decidere di addomesticare il pallone con il petto o spizzarlo di testa ai compagni per saltare linea di pressing a centrocampo degli avversari.

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