Brindisi, Bruno Mascolo sulle tracce di Peppe Poeta

Mascolo sulle tracce di Poeta

Dai cortili di Castellamare di Stabia, ai vertici della massima serie italiana. E non è un caso che la storia di Bruno Mascolo parta da lì, dai vicoli di quel comune in provincia di Napoli di poco più di 60 mila abitanti che ha dato origine a due playmaker azzurri protagonisti negli ultimi anni, seppur di due generazioni differenti. Peppe Poeta, appena ritiratosi dal basket giocato e Bruno Mascolo, pronto a raccogliere il testimone made in Castellamare per la Lega A.

“Ricordo che quando ho iniziato giocando nel mio cortile, dove avevamo il canestro – dice il classe ’96 – facevamo un’ora e mezzo lì in cortile e poi al campetto per un’altra ora e mezzo di allenamenti, tornavamo e giocavamo ancora. Eravamo sempre con una palla a spicchi in mano. Di quel periodo non rimpiango niente, e le amicizie che ho sviluppato all’epoca me le porto ancora tutte dietro, e si sono anzi consolidate col tempo”.

Il primo vero passaggio cruciale della vita di Bruno è a 15 anni, quando decide di trasferirsi a Torino per dedicarsi anima e cuore alla pallacanestro. L’esordio in A2 avviene con coach Pillastrini davanti a più di tre mila persone, quello in Serie A quattro anni più tardi avverrà contro Milano mostrando faccia tosta e personalità: roba per pochi, non per cuori deboli. Durante le sue esperienze fra Agrigento, Latina, Siena, Napoli e Jesi aggiunge sempre più bagaglio tecnico e cestistico al suo ricco background ma è con la canotta azzurra dell’Italia che completanil percorso giovanile e non solo. Nel 2014 fa parte della selezione Under18 che vince la medaglia d’oro al torneo di Mannheim battendo in finale gli Stati Uniti d’America. Un’impresa che ancora oggi resta fissa e indelebile.

Nel 2019 nella sua Napoli partecipa alle Universiadi: “Davanti ai miei amici, alla mia famiglia ed ai 45 mila del San Paolo il giorno della cerimonia d’apertura. Mi tornano i brividi solo a ripensarci, un’emozione unica”. Poco dopo parte per la Cina per disputare il Mondiale 3 vs 3, qualcosa di anomalo per un giocatore professionista a buoni livelli ma rivelatosi un quid in più: “Uno sport completamente diverso soprattutto nella preparazione e nei contatti uno contro uno – racconta l’ormai ex Tortona – mi ha aiutato molto e mi ha fatto crescere nelle letture e decisioni veloci da prendere, ha sicuramente influenzato il mio modo di giocare. E poi ci siamo ci siamo classificati tra le migliori otto al mondo”.

Un leone e come tale approda a Tortona, squadra in cui cambierà la sua vita cestistica, vincendo una Supercoppa e soprattutto conquistando la promozione in Serie A da MVP della semifinale e finale scudetto vinta a gara 5 a Torino dove realizza 20 decisivi punti. E il continuo lo conosciamo bene nell’annata appena conclusa, protagonista in campo del percorso da vera sorpresa del campionato con la finale di Coppa Italia e la semifinale scudetto.

“Ho ricevuto tantissime porte in faccia ma non ho mai mollato, anzi le delusioni mi hanno reso più forte. L’approccio al mondo senior è stato molto duro ma aver lavorato duro ha dato i suoi frutti” conclude Mascolo.
 

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