
Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’allenatore dell’Italvolley, Ferdinando De Giorgi
Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’allenatore dell’Italvolley, Ferdinando De Giorgi. “Io e Antonio Conte siamo entrambi salentini. Lui è di Lecce, io sono di Squinzano, un paese in provincia di Lecce. Tra di noi c’è un bel rapporto di stima reciproca poiché ci siamo seguiti nel corso della nostra carriera. La sua amicizia è un arricchimento personale per me ed io sono molto contento di questo”.
“Ho un rapporto con il mondiale speciale poiché è il torneo più impegnativo e lungo che ci sia dal punto di vista tecnico. Ci sono le 32 squadre più forti e migliori del mondo in gara e vincere il mondiale per tanti consecutivi e rimanere nell’eccellenza è difficile. Adesso i mondiali si giocheranno una volta ogni due anni e questa cosa non mi piace. Per questioni di business hanno modificato l’arco temporale in cui si disputerà la massima competizione mondiale. Io non sono d’accordo poiché si perde il fascino e l’importanza della competizione, il mondiale come le olimpiadi hanno un valore importante anche grazie al fatto che non si dispongono in tempi ravvicinati.
“È un momento esaltante per il movimento di pallavolo italiano e per il nostro sport. Non è mai accaduto dal 1950 in Unione Sovietica che la nazionale femminile e quella maschile di pallavolo vincessero il mondiale nello stesso anno. È un grandissimo orgoglio per tutti noi che facciamo parte di questo movimento e sono molto fiero di averne fatto parte. Il campionato italiano è uno dei migliori in Europa per la qualità dei giocatori e degli allenatori e per l’organizzazione. Il nostro campionato supera il livello medio di tutti gli altri campionati, anche se ci sono tanti stranieri. Il nostro sport è un punto di riferimento mondiale.
“Io non mi arrabbio mai? In allenamento sono più pressante, ma durante la partita cerco di dare una mano e di fornire soluzioni agli atleti. Quando sei un allenatore, non puoi fare il tifoso, devi essere lucido e ragionare sulle scelte che devi fare. Quando ricoprì il ruolo di palleggiatore impari a ragionare su quello che fai, così faccio adesso anche nel mio ruolo di allenatore. Se non c’è bisogno di alzare la voce, non voglio mettere ulteriori pressioni sulle spalle degli atleti”.
“Julio Velasco è un maestro, con lui ho vissuto delle esperienze e dei passaggi nella mia carriera molto importanti. Abbiamo dei caratteri diversi così come lo sono i caratteri delle persone. L’importante è usare le cose che servono del proprio carattere per fare grandi cose. Non ho visto la partita del Napoli di ieri poiché sono tornato a casa tardi e sono stato molto impegnato. Io seguo Antonio Conte e faccio il tifo per lui su tutto, visti anche i percorsi che hanno fatto lui e il Napoli”.
“Ammiro Antonio Conte così come tutti gli allenatori calcistici poiché, quando mi lamento della pressione, mi ricordo che gli allenatori nel calcio sono continuamente sotto pressione. Lui è un ragazzo splendido e spiritoso e il suo modo di essere esigente e duro verso sé stesso e verso i giocatori è solo la parte di chi vuole dare e fare il meglio possibile per sé stesso e la propria squadra. Non so con che cosa è stata fatta la coppa, ma pesava circa 50 chili tanto che facevano fatica a tenerla in mano. La coppa era pesante così come è stata la vittoria che abbiamo fatto”.