Carlo Calcagni trionfa a Londra: inarrestabile

Articolo di Aldo Seghedoni

Un risultato che va oltre lo sport, un'impresa che racconta la grandezza di un uomo prima ancora che di un atleta

Alla Big Half Marathon di Londra, evento che richiama migliaia di corridori da ogni parte del mondo, Carlo Calcagni ha scritto un’altra pagina memorabile della sua carriera. Nonostante le difficoltà di salute e una disabilità che avrebbe fermato chiunque altro, Calcagni ha sfidato se stesso e il cronometro, conquistando un traguardo eccezionale:

1° degli italiani al traguardo
1° assoluto nella sua categoria (55-59 anni)
8° assoluto nella classifica generale, davanti a centinaia di giovani atleti professionisti
Migliore prestazione mondiale di sempre nella sua categoria T72.

“Con il tempo di 1h06’32”, Calcagni non solo ha portato in alto i colori dell’Italia, ma ha dimostrato che la forza di volontà, la disciplina e il coraggio possono trasformare ciò che sembra impossibile in realtà tangibile”, è la nota diffusa dal suo team.

“Carlo Calcagni non corre solo con le gambe, ma con il cuore e con l’anima. Ogni passo è un atto di resistenza, ogni chilometro una sfida vinta contro i limiti imposti dalla malattia”.

“La sua presenza in gara è un messaggio potente: non esistono barriere insuperabili per chi sceglie di non arrendersi. Il suo ottavo posto assoluto, in una competizione dominata da atleti di altissimo livello e di età molto inferiore, è la prova che il tempo non è un ostacolo, ma un alleato per chi sa trasformare il dolore in energia e la sofferenza in determinazione”.

“Il pubblico londinese lo ha applaudito come un campione, ma per l’Italia e per chi conosce la sua storia, Calcagni è molto di più: è un testimone di vita, un esempio universale di coraggio e di speranza. Il suo trionfo non appartiene solo allo sport, ma a chiunque abbia bisogno di ricordare che la forza interiore può spostare montagne”.

“Ogni medaglia, ogni record, ogni vittoria di Carlo è un messaggio rivolto a tutti: “Mai arrendersi, nonostante tutto e tutti, costi quel che costi”.”

“A Londra, Calcagni non ha semplicemente corso una mezza maratona: ha dato vita a una lezione di vita – continua la nota -. Ha dimostrato che la grandezza  non si misura soltanto con i secondi e le posizioni in classifica, ma con la capacità di trasformare la fragilità in forza, l’ostacolo in opportunità, il dolore in speranza. Carlo Calcagni, ancora una volta, ha unito sport e vita in un unico inno di resilienza. E il suo grido silenzioso, partito dalle strade di Londra, oggi risuona in tutto il mondo: non arrendersi mai”.

Gli dicono tutti che è troppo elegante ma lui non crede sia vero. Ha sempre avuto una grande attrazione per la NBA ma l’altezza non l’ha mai supportato e così ha dovuto ben preso riporre il sogno nel cassetto di diventare un giocatore di basket professionista. Ma non considera che scrivere sia un ripiego, tutt’altro.

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