Jannik Sinner, il primo maestro di sci e tennis: “Quando perdeva…”

Jannik Sinner, il primo maestro di tennis: “Quando perdeva…”

“La prima racchetta da tennis? Gliel’ho messa in mano io”: Andreas Schönegger, il primo maestro di sci e tennis di Jannik Sinner, in un’intervista al Corriere del Trentino ha raccontato alcuni aneddoti curiosi dell’infanzia del campione di tennis altoatesino.

“Jannik aveva tre anni e mezzo e la madre mi aveva pregato: ‘Portamelo fuori casa perché me la sta distruggendo’. Giocava con la racchetta del papà facendo rimbalzare la pallina su specchi, porte, finestre”.

Schönegger ha ricordato le prime caratteristiche di Sinner “atleta”: “Lui, un nanetto di tre anni, si divideva tra sci e tennis con uguale successo. Era un bimbetto normale ma non saltava mai una lezione e, quando finiva, continuava a palleggiare fino a quando arrivava il papà per giocare con lui. Alla prima sfida avrà avuto cinque anni e mezzo: era due spanne più basso degli altri, perché era la categoria under-8, e lo prendevano sottogamba. Invece vinceva. Dovevo spiegargli: vai a stringere la mano al tuo avversario, hai vinto. Non sapeva nemmeno contare i punti”.

“Voleva vincere più di ogni altra cosa, ma se perdeva non piangeva, non cedeva alle emozioni. Non è cambiato. È forse la prima cosa che gli ho insegnato: per vincere devi saper perdere, se hai paura della sconfitta non vincerai mai. Il tennis non è il calcio, sei solo: o vinci o perdi, nessuno ti aiuta”.

“L’ho seguito fino ai 7-8 anni – ha concluso Schönegger -. Ma due ore a settimana erano troppo poche, voleva di più. Così il papà lo ha portato a Brunico da Mayr, il suo primo vero allenatore anche se la prima racchetta gliel’ho messa in mano io: una Head troppo grande per lui, doveva tenerla con due mani e la appoggiava a terra tra un tiro e l’altro perché pesava troppo…”.

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