Volano gli Heat di Wade

Termina la tornata di gara2 dei playoff NBA col 2/0 di Miami, Cleveland e Clippers e da stanotte comincia quella di gara3 con Indiana e Dallas che provano a capitalizzare le vittorie interne insperate con Raptors e Thunder, seconda e terza classificata delle due conference. Miami che ha lanciato il “White Hot”, vestendo tutto il proprio pubblico di bianco, grazie all’esplosione di Hassan Whiteside ha ormai assorbito al meglio il prolungato stop di Chris Bosh fermo dall’All Star Game per il rischio di un embolo. In queste prime due uscite nei playoff ha fatto dimenticare la serataccia di Boston che per poco non costava il 3° posto, trasformandosi in una micidale macchina da canestro. E coi 43 punti nel secondo quarto, tre soli canestri sbagliati e l’incredibile 74% ne tiro contro Charlotte, vittima predestinata con una sola vittoria nelle ultime 16 gare nell’arena degli Heat, ha segnato 72 punti nell’intervallo. E cioè 4 più di Memphis a San Antonio.
Wade ha scritto 28 senza bisogno di tirare mai da 3, Dragic continua a emendarsi per l’incerto inizio di stagione e tranquillizza Pat Riley sul quale ha investito quasi 80 milioni che fanno dello sloveno uno degli europei più pagati. Whiteside il centro elasticizzato ha acquisito fiducia e autorità. Gli ultimi due tempi sono stati un’appendice più equilibrata, Wade ha segnato la sua gara n.100 con più di 20 punti. Niente da fare per Charlotte penalizzata dallo 0/10 di Marvin Williams dei primi 20 minuti e la brutta storta alla caviglia del francese Batum che stava tirando male (9 punti,3/11 e 0/4 nelle triple).
Il tiro non ha funzionato bene nemmeno per Jeremy Lin (2/7, 0/3 da 3, 11 punti di cui 8 da tiro libero) così Kembra Walker a sua volta ha forzato il tiro mettendo assieme 29 punti ma con 29 tiri. Buona gara di Jefferson (25 punti).
Su twitter il commentatore di ESPN ha parlato in termini lusinghieri della partita dei Cavaliers finita con +17: spirito, energia, body language (uso del corpo), sarà vero? Per Cleveland 29 punti di LeBron con ottime percentuali tranne che nei liberi (1/3) e le 5 perse, 22 di Irving sbagliando troppo (4/17) e 21 di JR Smith con 7 bombe, massino del turno, e la doppia-doppia consueta di Kevin Love che gioca e dentro fuori, oltre i 9 assist di Dellavedova sono serviti a controllato i rivali. La multa di 25 mila dollari per le critiche agli arbitri nel primo quarto di gara1 a Van Gundy sono state un’attenuante comoda per i sui giocatori, Drummond se l’è cavata con 20 punti ma non è riuscito a tenere la sua media rimbalzi.
Per finire in un’orrenda serata di tiro di Lillard e McCollum, Portland, la più giovane franchigia di questi playoff con 24,9 anni ha fatto pari e patta con i Clippers nei rimbalzi e assist (59-59 e 20-22) e la differenza l’hanno fatta il tiro (totale 34,1 e 19,2 5/26 da 3 ) e le riserve dei losangelini nel quarto tempo come balza all’occhio con quel parziale di 20/35 che ha fatto pendere la bilancia sul +21, il maggior scarto della giornata.
I Clippers con un Griffin ancora imbastito (4/12, 12 punti) dopo la frattura alla mano e la squalifica per aver colpito con un pugno il proprio trainer a tavola e 3 punti e una vagonata di liberi sbagliati compensata dai 18 rimbalzi hanno avuto dalla panchina 43 punti contro i 10 stiracchiati di Portland dove si è fatto ammirare il centro bianco Mason Plumlee, una delle ragioni della buona stagione che la partenza di Aldridge poteva rendere difficile.
Il valzer delle panchine registra una firma illustre per Minnesota. E’ lo stato dove ha iniziato la sua carriera NBA come assistente, Tom Thibodeau, 58 anni, famoso per il suo 65% di successi nelle 5 stagioni coi Bulls che senza di lui questa stagione sono rimasti fuori dalle prime 8 dell’Est. Con lui è cresciuto molto, come giocatore, soprattutto in difesa, Marco Belinelli e questo gli ha aperto le porte per il biennale con gli Spurs e la determinante stagione che gli ha permesso di essere il primo italiano a conquistare il titolo NBA e vincere l’All Star Game del tiro.
Il contratto è di 40 milioni per 5 stagioni, il proprietario Glen Taylor è soddisfatto di aver fatto questo sacrificio (“ci aspetta un futur scintillante”). Tibodeau si porta dietro come general manager Scott Layden col quale è nata un’amicizia dai tempi in cui lavoravano a New York. L’orco Thibby sale di grado, e come altri colleghi Popovich, Rivers, Budenholzer sarà anche il presidente operativo per riorganizzare tutta la struttura nella quale potrebbe rimanere con altro incarico anche l’attuale gm Milt Newton.
Scelta importante per diventare protagonisti per il titolo. I Wolves (Lupi) da 12 anni non riescono ad arrivare ai playoff però hanno un patrimonio giocatori invidiabile avendo acquisito il n.1 del draft nelle ultime tre stagioni, ma soprattutto Andre Wiggins e il rookie dell’anno Karl Anthony Towns detto “KAT” sono ormai due realtà. E sono fra le 9 squadre che hanno battuto quest’anno i Warriors vincendo 124-117 sul loro campo dopo che erano imbattuto da 1 anno e due mesi. E ben messi nella “lottery pick” che consentirà di prendere un altro giovane di primo piano. Mettiamoci anche Zach LaVine, MVP del Rising All Star Game e vincitore della gara delle schiacciate e il 23enne Shabbaz Muhammad, anche lui ex UCLA come LaVine.
 Hanno poi tre giocatori europei n.1 nei rispettivi ruoli, lo spagnolo Ricky Rubio, assistman a livello dei primi, l’all around serbo Nemanja Bjelica mister Europa ‘2015 che ha avuto una stagione difficile come matricola per gli infortuni mostrando nelle ultime gare il suo valore, e il centro montenegrino Nikola Pekovic che ha perso l’anno per problemi fisici ma guadagna 12 milioni di dollari, il più pagato dopo Rubio (12,7). C’è poi il croato Damian Rudez convocato per il preolimpico di Torino.
Interessante anche col suo fisico esplosivo Gorgui Dieng, il Durant senegalese, MVP ai campionati africani, ex giocatore di Louisville, tiro e rimbalzi, starter come power forward. E poi c’è la leggenda Kevin Garnett, 40 anni il 15 di maggio, la testa e il fisico scarnito di un bonzo: serve ancora come tutor dei giovani o è il tempo dell’addio dopo 21 anni di carriera, cominciata proprio a Minnesota?
Se vogliamo, la firma di Thibodeau e di Scott Layden toglie di mezzo un pericoloso concorrente per Messina nel possibile passaggio di consegne di Gregg Popovich a San Antonio. Layden ha lavorato infatti gli ultimi 4 anni come vice di R.C. Buford il capo operativo degli Spurs e poteva tirare la volata a Thibodeau quotato anche nel giro del Dream Tam come vice di coach Mike Kryzewski ai Giochi di Londra.
Fra i pretendenti alla panchina di Minnesota c’era anche Jeff Gundy, l’attuale coach dei Pistons, e Scott Brooks (ex Oklahoma). Forse Gundy che lavora anche come analista di ESPN, ha probabilità di firmare per Houston mentre Brooks sarà probabilmente il coach d Washington che ha chiuso con Randy Wittman. Per la panchina dei Knicks, Phil Jackson è volato in California per parlare con Luke Walton, ma potrebbe tenere Kurt Rambis perchè è un suo clone col pallino del triangolo offensivo al rimbalzo. Anthony, la star, vuole avere voce in capitolo e di sicuro pensa a un fedele “bro” (Mark Jackson, Brian Shaw o Pat Ewing).  Si parla molto di David Blatt, ma con Anthony il rapporto non sarebbe facile come lo è stato a Cleveland con LeBron James che intanto con 180 partite di playoff (in 3 stagioni) ha superato Michael Jordan (179 in 15 stagioni fra un ritiro e un rientro) spiegando che la sua fortuna è stata quella di lavorare in due club esempio di organizzazione e la continua applicazione nel “lavoro etico” che gli consente a 31 anni di demolire altri primati nei giorni a venire.
 A soli 52 anni se n’è andato per un tumore al cervello Dwayne “Pearl” Washington, uno dei gioielli del playground di Brooklyn, il quartiere dove sono cresciuti Metta e Anthony. Deve il soprannome ai numeri di Earl Monroe detto “Earl The Pearl”, il funambolo dei leggendari Knicks. La “perla” di Syracuse, con un tiro in volo nella sua metà campo fu l’eroe della memorabile finale del Big East ’84 col Boston College, 75-73, davanti a 30.293 spettatori. Ha giocato nella NBA coi Nets e poi con Miami. Ai tempi il suo repertorio era lo stesso di Stephen Curry di oggi, magari meno raffinato e meno velocizzato. Per Jim Boheim, il suo allenatore, che vinse più tardi il titolo NCAA con Carmelo Anthony, non c’è stato miglior giocatore di Washington.

RISULTATI PLAYOFF, quarti G2. Ovest: LA CLIPPERS-Portland 102-81 (2/0; 22-17 5-26; 20-18 35-20; 25 C.Paul 10/22 2/6 da3 6r 5a, 17 JJ Redick 7/15 3/8 da3, 1 B.Griffin 4/12, 3 D.Jordan 1/4 tl 1/6 18r; 17 D.Lillard 6/22 0/6 da3 tl5/5 6r, 17 M.Plumlee 5/7 tl7/9 10r, CJ McCollum 6/17 2/7 da3). Est: MIAMI-Charlotte 115-103 (2/0; 29-29, 43-31; 19-18, 24-25; 28 D.Wade tl6/7 8a, 8 G.Dragic 6/12 4a, 17 H.Whiteside 8/8 13r; 29 K.Walker 12/29 1/6 da3 5r 3a, 25 A.Jefferson 12/17 7r, 11 J.Lin 2/7 0/3 da3 tl7/8, 9 N.Batum 3/11 0/4 da3); CLEVELAND-Detroit 107-90 (2/0; 23-28, 32-25; 27-15, 25-22; 29 L.James 12/18 2/4 da3 tl1/3 6r 5pe, 22 K.Irving 4/7 da3, 21 JR Smith 7/11 da3 5r, 16 K.Love 3/7 da3 10r, 8 M.Dellavedova 9a; 20 A.Drummond 8/13 tl4/16 7r, 14 R.Jackson 4r 6a, 13 K.Caldwell-Pope)
PROSSIME GARE – Stanotte 21/4 G3. Ovest: Dallas-Oklahoma (1/1), Houston-Golden State (0/2). Est: Indiana-Toronto (1/1) Venerdì 22/4, G3. Est: Detroit-Cleveland (0/2), Boston-Atlanta (0/2); Ovest: Memphis-San Antonio (0/2)
SKY TV SPORT – Oggi differita di Clippers-Trail Blazers (ore 14 e 21 2HD, 17.45 su SS 3 HD, Tranquillo e Pessina). Per Gara3 alle 3.30 di sabato mattina su SS 2 HD diretta di Grizzlies-Spurs (differita alle 11.45 e 17.30 su SS 3 HD e alle 14 2 HD, Mamoli-Pessina).

A CURA DI ENRICO CAMPANA

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