Messina vicino ai Nets, niente Nazionale?

Il diavolo (russo) ci mette lo zampino e Messina deve rinunciare ad allenare la Nazionale a Torino? Di questa possibilità Sportal.it aveva scritto all’indomani della firma di Sean Marks per i Brooklyn Nets, ma le voci delle ultime ore danno per molto probabile che Ettore Messina faccia questo passo perché il suo contratto con gli Spurs scade a fine stagione e anche se si è parlato recentemente di un passaggio di consegne da parte di Popovich, non ci sono certezze. Si frappongono diverse variabili, il risultato finale della stagione, il gradimento di un ambiente molto conservatore come quello texano, gli umori del pubblico per il quale Popovich è un mito, tanto più con l’incarico di CT del Dream Team dopo Rio. E anche, per Messina, una possibilità che a 56 anni potrebbe non ripresentarsi una seconda volta. Inoltre ha sempre dichiarato – e ripetuto nella conferenza stampa del 19 gennaio a Roma – che il suo rapporto con la Fip non prevede un contratto e quindi esiste un obbligo morale e la parola data pubblicamente e non un contratto.

Fin dal licenziamento di Lionel Hollins, Messina è stato indicato fra i più seri candidati per allenare i Nets, anche per la stima e conoscenza personale di Mikahil Prokorov quando il magnate russo era impegnato nelle sorti del Cska Mosca. E cioè fin dai tempi dell’ultimo successo europeo firmato appunto dall’italiano.  All tempo  del suo arrivo a Brooklyn Prokhorov era nuovo dell’ambiente ad aveva altri partner come Jay Z e Beyoncè e un general manager, Billy King, al quale diede carta bianca e che optò per Lionel Hollins.

Oggi l’uomo che in politica la pensa diversamente da Putin è l’unico proprietario da qualche mese e intende di fare di testa sua; nel frattempo conosce meglio il mondo della NBA stringendo una solida amicizia col gm degli Spurs, Buford, proponendogli di lavorare per lui. Buford però ha un contratto e un forte legame con Gregg Popovich (coach e presidente), lavora in un club che ha vinto 5 titoli e lotta per il sesto essendo accreditato per battere i Warriors. Così nell’ambito di un rapporto di collaborazione con i Nets, gli ha suggerito il suo braccio destro: Sean Marks, 41 anni, neozelandese e per 13 stagioni giocatore della NBA, il responsabile della gestione della squadra di D-League (Austin Toros). E al suo arrivo Marks non ha escluso che fra i candidati ci sia Ettore Messina col quale ha un rapporto di amicizia e stima e corrisponde al suo profilo dell’allenatore per una svolta.

L’idea dei Nets è quella di seguire il modello dei Patriots della NFL misto a una nuova cultura simile a quella degli Spurs per la ricostruzione della squadra. Le prime mosse di Marks sono state un accordo di buona uscita con Bargnani e Joe Johnson. Le prime scelte sono già tutte promesse, i tifosi vogliono novità e senza il nome dell’allenatore l’interesse può calare bruscamente.

In Italia questa notizia sta creando una situazione fra sconcerto e incredulità: ove Messina firmasse è chiaro che egli potrebbe avere dei problemi a guidare la squadra italiana nel preolimpico dovendo calarsi in una full immersion per scegliere assieme a Marks i giocatori da confermare e quelli da prendere, scegliere anche i collaboratori ed essere sul pezzo nei giorni del draft a fine giugno nella fase di vigilia del torneo preolimpico. E’ chiaro che la Fip avrà qualche carta di riserva che potrebbe essere l’allenatore più titolato degli ultimi anni, Romeo Sacchetti.

Per quanto riguarda il mercato, i Knicks non confermano Jimmer Fredette che nel primo decadale ha giocato solo 7 minuti i due gare con 5 punti nonostante i canti e le suppliche dell’ex n.1 del college. Houston si rinforza con due giocatri in arrivo dalla Cina, Michael Beasley, MVP della stagione, e Andrew Goudelock, ex Lakers visto poi in Turchia. Memphis prende il centro Ryan Hollins e rilascia James Ennis. Stagione chiusa per Kevin Garnett per l’operazione al ginocchio, ma il grande KG, uno dei giocatori più influenti della NBA, ha un contratto anche per la prossima stagione (8 milioni di dollari).

Per quanto riguarda Gallinari, i giornalisti hanno chiesto a coach Malone se il recupero del suo top scorer può essere accelerato rispetto al mese previsto al mese previsto. “Bella domanda. Dipende da come saremo messi. Se a 15 partite dalla fine siamo fuori dei playoff sarebbe più utile far fare esperienza ai giovani e vedere che succede”. Altro problema di non poco conto che creare apprensione nell’ambiente azzurro.

A cura di Enrico Campana

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