I Cavalieri hanno fatto l’impresa

Nella stagione dei record della NBA, si accartocciano i primati dei Warriors nella partita dell’anno, una vera battaglia e dopo 50 anni Cleveland/Believeland corona  l'”Operazione LeBron“,  un ritorno costato un investimento senza precedenti, oltre 200 milioni di dollari e la luxury tax, con una rocambolesca e meritata vittoria. 

Eppure a  1’14” dalla fine ha rischiato di andare sotto di 3 sull’ennesima tripla fallita  di un Curry in evidente disarmo, ma i Cavs hanno avuto la lucidità e il  carattere per sfruttare la grande occasione con una tripla  e un rimbalzo offensivo decisivi di Kyrie Irving nell’ultimo minuto, e  la classe e i muscoli di LeBron che ha disputato certamente il miglior playoff della sua carriera che gli ha portato 3 titoli su 7 finali , con una tripla monumentale. E aggiungiamo la  caparbietà di Kevin Love nel dimostrare il suo valore in chiave tecnica e agonistica. Una squadra che per tutta la stagione ha sofferto, che ha perso 3 partite su 4 nel finale di regular season e che ha saputo poi saldarsi con la ledership di LeBron calatosi nei panni di  boss della sua squadra, fino a  tessere  una trappola  anche dialettica nella quale  i Warriors sono caduti  nel momento in cui il vento ha cambiato direzione. E  pagando gli infortuni di Curry e nella finale soprattutto quella di Andrew Bogut, il suo centro titolare, uno svantaggio sul quale l’avversario si è avventato. 
 
Nessuno aveva mai vinto l’anello rimontando da 1/3 e con tre vittorie  consecutive, di cui 2 alla Oracle Arena  che chiude i battenti con un bruttissimo ricordo perchè la stagione prossima la casa dei Warriors sarà un’altra, più moderna e tecnologica. Le due squadre erano arrivate alla bella in perfetta parità, 610 punti a testa, e sull’89-89  a 53 secondi dal termine, quando è arrivata la mazzata di Irving,  la vittoria  era ancora in bilico. Risultato crudele,  magari  frutto anche di un larvato fatalismo o, come nel caso di Thompson, senza l’istinct-killer abituale. 
 
I nervi e la stanchezza hanno tradito Stephen Curry; negli ultimi 5 minuti ha sbagliato quattro triple, la più importante è stata quella del possibile +3 a 1’14” dal termine. Non è bastato  un Draymond Green  di lusso, con la sua incredibile partita,   22 punti e 5 triple su 5 nel primo tempo, per farsi perdonare la sciocchezza di reagire con un insulto alla scorrettezza di LeBron in gara4 messosi a cavalcioni sulla sua schiena mentre era a terra, quando la vittoria del 3-1 era già sicura. Essere sospeso per un turno nel momento in cui veniva a mancare Andrew Bogut e l’impalcatura cominciava ad oscillare è stata la prima causa di questo ribaltone epocale. Nelle ultime 3 partite la vena dei Warrios stava esaurendosi, difatti i punteggi sono scemati e gli 89 punti di domenica sono stati il picco negativo nella serie, con un black out finale di 5 minuti trasformatosi in una sorta di psicodramma. 
 
E’ difficile accettare questo verdetto, dopo 73 vittorie di regular season, 9 mesi e 90 partite,  un’oscillazione continua nel punteggio e l’occasione del possibile +10 prima dell’intervallo  quando si era già capito  quanto fosse difficile la serata di Curry , colui he aveva da perdere di più in questa finale.  Sia per il logorio del fisico, ma anche per una serie di episodi che hanno certamente scalfito la sua invidiabile serenità,  le polemiche sulle nuove calzature che l’hanno costretto a difendere lo sponsor, la rinuncia all’Olimpiadi e ai tweets avventati  della moglie  nel vedere  quel che non c’è: gli arbitraggi punitivi e ancor peggio  un sistema “truccato” che aveva appena consacrato lo stesso Stephen come il suo paladino con una votazione plebiscitaria per il trofeo di MVP della stagione. 
 
I Warros avevano approfittato l’anno scorso dei guai dei Cavaliers dhe andarono sul 2-1 con una squadra decimata, quest’anno le parti si sono invertite, ma rimane  l’amarezza di questo schianto finale, fra un senso di impotenza e di fragilità nervosa sulla quale LeBron è intervenuto come un falco facendo di questa squadra un suo feudo, dettando l’agenda anche al suo coach , il giovane Tyrron Lue, il quale ha vinto il suo primo titolo partendo come assistente.  David Blatt messo alla porta col 73 per cento di vittorie perchè non in perfetta sintonia con la sua star deciso a gestire in proprio questo snodo delicato della sua carriera che doveva passare da un successo obbligato, soprattutto se tolto ai Warriors e a Stephen Curry al massimo della popolarità.
 
James è arrivato alla finale al massimo della condizione, addirittura ringiovanito,  con 30 punti di media, la migliore fra tutti i 10 playoff disputati in 13 stagioni. La tripla doppia dell’ultimo episodio è in linea con gli exploit del trittico finale, 41 punti, altri 41 e 27  nell’ultimo episodio ma con 11 rimbalzi, 11 assist, 8 liberi su 10,  3 stoppate fra cui quella importante che ha evitato ne finale una tripla pericolosa di Iguodala. 
 
Il suo tiro da 3 non ha funzionato (1/5)  ma ha fatto sentire il suo carisma, specie ai rimbalzi. Perchè il black out finale  dei Warriors è stato determinato anche dai 5 rimbalzi difensivi e due in attacco che hanno tolto iniziativa e morale alla squadra favorita.  Il momento più delicato per i nuovi campioni è stato quello del terzo tempo, quando i Warriors con una tripla di Klay Thompson hanno tentato un allungo, 54-46. Ma dopo lo 0/10 da3 dei Cavs, JR Smith ha messo dentro  due bombe  consecutive e rubato a  Klay Thompson il pallone del pareggio, 54 pari, firmato da Irving la cui mano cominciava a scaldarsi. I Warriors sono andati sotto di 6  (59-65) , sono tornati sotto con la sesta tripla di Green e   il prezioso lavoro di Livingston e  Iguodala (9 rimbalzi) che ha segnato il canestro del 76-75  alla fine del terzo quarto.  
 
LeBron ha impresso il suo marchio alla gara con tre tiri liberi e la prima e unica tripla, sull’87-86 la squadra di casa ha segnato un ultimo canestro con Klay Thompson e da quel momento ha gestito malamente la partita, forzato quando doveva ragionare.  Curry aveva dichiarato che per vincere doveva superarsi, invece è andato oltre le righe quando doveva ragionare,  tutto gli è andato storto, ma lui è fatto più di nervi  e non ha i muscoli e l’esperienza di LeBron. 
 
Per la NBA  stata una serata importante, LeBron ha riconquistato lo scettro, il titolo torna all’Est dopo diversi anni, Irving è stato più bravo di Curry ed è il volto del ricambio, il giro d’affari è stato di 17 miioni per gara7, di cui il 25 per centro va alla casa madre. Adesso si attendono i dati sugli ascolti, il gioco non è stato granchè, 182 punti totali, il 38,6 per cento nel tiro degli sconfitti e il 40,2 dei vincitori col mediocre 24 per cento (6/25) ma dopo 6 gare a senso unico, la settima è stata in bilico fino al’ultimo secondo nonostante la farfalla californiana fosse sempre più in difficoltà. Per la sua squadra Curry è ancor più importante che LeBron,  è stato crudele vedere quel suo finale alla Dorando Pietri. Al posto degli Splash Brother è sembrato di vedere i..Trash Brothers. 
 
I Cavaliers hanno compensato co 9 rimbalzi e 11 liberi in più segnati; troppo perimetrale la squadra di Kerr, tenuta in corsa dalle 9 triple di differenza e dalle prodezze di Green;  i falli sono stati 23 a 15 per la difficoltà a coprirsi le spalle contro un trio di panzer come LeBron, Love che ha vinto il suo primo titolo con un acuto finale  dissipando ogni riserva sulla sua personalità e classe, e Tristan Thompson. Warriors troppo piccoli e stressati, la vera delusione sono stati Marreese Speight e i due lunghi, Festus Ezeli partito in quintetto e Varejao che dopo una vita a Cleveland si è ritrovato a Oakland a metà stagione e non gli ha detto bene.  Warriors in giallo, Cleveland color nero slavato, e per fortuna che qualcuno aveva parlato di…funerale. I cavalieri in nero hanno fatto l’impresa.   
 
LeBron eletto all’unanimità MVP della finale con cifre-record in questa serie, 29,7 punti di media, 11,3 rimbalzi e 8,9 assist e il 53 per cento nel tiro. Davvero un came-back storico. “Il miglior giocatore del pianeta, quando è sul campo lui compone musica, è come Ludwig Van Beethoven”, dice di lui  un estasiato Kyrie Irving.
 
“Sono tornato a Cleveland perchè ero convinto di  conquistare il titolo e di portare questa franchigia dove non era mai stata” ha detto LeBron in lacrime dopo un lunghissimo abbraccio coon Kevin Love che ha voluto alla sua corte per questa fortunata campagna, come è stato anche per Tristan Thompson e JR Smith. Tyronn Lue ha vinto il suo primo titolo a soli 36 anni, ma è lucido e realista. “Il modo con cui la squadra ha ha controllato la gara dimostra tutto il suo talento, ma si è meritato il titolo per il suo grande cuore. Le grandi imprese, ome questa rimonta, sono possibili solamente alle grandi persone”.
 
Per Curry “questa sconfitta è una brutta ferita che brucia, ma come ho sempre detto siamo sia nella buona che nella cattiva sorte una squadra speciale, e torneremo ai nostri migliori livelli.
 
Sui social forum è un lungo elenco di complimenti e, dal presidente Obama che ha seguito la partita mentre era in volo sull’Air Fore One (“che partita, che serie finale,  felice di vedere LeBron portare il titolo a Cleveland”) a molti campioni, come Magic Johnson, Kobe Bryant, Pierce, Miller, e personaggi dello spettacolo. Una dedica anche da Mark Cuban proprietario di Dallas e possibile candidato alla vicepresidenza con Illary Clinton.  Congratulazioni anche da parte degli sconfitti. Nelle prossime ore LeBron dovrà decidere se giocare alle Olimpiadi di Rio,  il titolo gli vale una nuova popolarità, sarà l’ammiraglio della corazzata USA?
 
PLAYOFF FINALE 
G7 -Golden State-CLEVELAND 89-93 (3/4; 22-23, 27-19; 27-33, 13-18; 32 D.Green 11/15 6/8 da3 tl4/4 15r 9a 2re 2pe, 17 St.Curry 6/19 4/14 da3 tl1/ 5r 2a 4pe, 14 K.Thompson 6/17 2/10 da3 2r 2a, 10 H.Barnes 3/10 2/4 a3 tl2/2, 8 S.Livingsti 3/7, 4 A.Iguodala 2/6 0/3 9r 4a, 0 F.Ezeli 0/4; 27 L.James 9/24 1/5 da3 tl8/10 11r 11a 2re 3st 5pe, 26 K.Irving 10/23 2/5 da3 tl4/4 6r 1a, 12 JR Smith 5/13 2/8 da3 4r, 9 K.Love 3/9 0/3 da3 14r 3a 2re, 9 T.Thompson 3/3 tl3/4 3r.
RISULTATI –  Semifinali.Est: CAVALIERS-Hawks 4/0 (104-93, 123-98, 121-108, 100-99), RAPTORS-Heat 4/3 (96-102 OT; 96-92 OT; 95-91; 94-87 OT; 99-91; 91-103; 116-89) . Ovest- Semifinali: WARRIORS-Portland 4/1 (118-106; 110-99; 108-120; 132-125 OT; 125-121); SPURS-Thunder 2/4 (124-92, 97-98; 100-96, 97-111; 91-95; 99-113).Finali: Est: CAVALIERS-Raptors 4/2 (115-84, 108-89; 84-99, 99-105; 116-78; 113-87). Ovest: WARRIORS- Thunder 4/3 (102-108; 118-91; 105-133, 94-118; 120-111,108-101; 96-88).Finale: Warriors-CAVALIERS 3-4(104-89, 110-77, 90-120, 108-97, 97-112; 101-115, 89-93);
 
SKY SPORT TV – G7 lunedì 20 giugno differita  ore 14 1HD e SS Mix HD, ore 18.15 e ore 23 SS 2 HD. Commenti dagli Stati Uniti di Flavio Tranquillo e Davide Pessina, studi pre e post partita di Alessandro Mamoli con servizi giornalieri  su Sky Sport24 HD. Visione anche in mobilità su smartphone, tablet e pc grazie a Sky Go.News e aggiornamenti sul sito skysporthd.it, e la community social Sky, Facebook, Twitter  e Instagram.
 
A cura di ENRICO CAMPANA

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