Cleveland e San Antonio raddoppiano

Un 2-0 senza molta gloria per i vincitori e uno 0-2 degli che genera polemiche -le prime dei playoff – degli sconfitti delle due sfide dei quarti, all’Est, Cleveland-Indiana e San Antonio-Memphis all’Ovest. Nonostante la forza bellica dei tre tenori di Cleveland che ha ricordato la serie finale della scorsa stagione coi Warriors, 89 punti totali (37 Irving, 27 Love con 12 liberi su 12, 25 LeBron) rammentando che quando girano loro solo Golden State è in grado di stare al gioco, Indiana uscita sconfitta di un punto in gara 1 per l’errore di Miles nell’ultimo tiro ha recuperato da un rovinoso terzo tempo in difesa e con un parziale di 33/21 si è avvicinata pericolosamente ai campioni (133-109 a 20″ secondi dal termine). Paul George  che raramente sbaglia le partite che contano ha rivaleggiato con 32 punti assieme a Jeff Teague (23 punti) mentre Miles sgridato dalla sua star per essersi preso l’ultimo tiro nella gara precedente si è intimidito, ma stavolta “PG” stanco di arrivare spesso ai playoff con gran fatica e sparire subito si è lamentato per la disattenzione di Lance Stephenson il talentuoso e ricco (di famiglia) che scaraventò dalle scale la fidanzata del quale non si contano più i trasferimenti e non si capisce più la natura del suo disagio. George non l’ha presa alla larga. “Deve imparare a a controllarsi, specie in quel momento. Nel nostro spogliatoio Lance è visto come uno dei nostri leader. Deve assolamente migliorare la posizione in difesa (body language) corpo  solo per rispetto della quadra”. Poi ha attenuato la lavata di capo: “Sappiamo tutti che Lance è un ragazzo che fatica a controllare le emozioni”.

Stephenson che ormai è legato alla NBA da fragili decadali, contratti da due soldi che ti fanno sentire un emerginato, aveva provato tempo fa ad allenarsi con Cleveland “ma non l’abbiamo firmato perchè era infortunato” ha spiegato Tyrron Lue quasi per mettere le mani avanti sul suo mancato ingaggio. Indiana ha avuto un ottimo finale di stagione, con 7 vittorie consecutive aveva camminato sul filo del rasoio conquistando il settimo posto della griglia dei play senza il centro Al Jefferson e Glenn Robinson III rientrato lunedì sera e arrugginito da un problema al polpaccio. 
LeBron in questo momento ha un problema psicologico coi tiri liberi, ne ha sbagliato 3 su 6 e la percentuale (64,7%) e il numero di tiri dalla linea della carità (38) sono le più basse delle sue 15 stagioni, ma in compenso macina vittorie e rosicchia record ed è arrivato  357 gare nei playoff, una in meno del conterraneo e Magic Johnson e sopravanza Parish con i 10 rimbalzi di Gara 2. E quando prende la parola, manifesta pienamente quando sia magnetica la sua leadership, specialmente se indossa un cappello a larghe tese da proprietario terriero. “Abbiamo consapevolezza di quello che conosciamo e non dobbiamo dimenticarlo, ma se spegniamo l’interruttore  ci accorgiamo di quello che potremmo perdere”. 

I Grizzlies che avevano battuo due volte gli Spurs credevano di poter vincere, erano 71-75 al 4° minuto del quarto finale una tripla di Tony Parker (15 punti, 33 nelle prime due gare, un risveglio importante) e una di Pau Gasol che ha fatto pari e patta contro il fratellone Marc che non è stato però quello de 25 punti a metà di gara. Il distacco è stato di 14 punti, in realtà gli Spurs hanno avuto uno strepitoso Leonard (37 punti 19 liberi consecutivi e 11 rimbalzi) Danny Green con 4 triple è arrivato al 2° posto (162) delle triple all time nei playiff ma Curry è inarrivabile (309) e Mills (1/9 e 0/5 da3) e Ginobili hanno spadellato senza pietà ma gli Spurs hanno comunque fatto meglio del 27% degli “orsi” di Memphis. Fizdale ex vice di Spoelstra alla sua prima esperienza di head coach però non ha accettato la sconfitta. In sala stampa è partito in quarta contro gli arbitri, tanti falli non fischiati alla sua squadra in attacchi e 32 tiri liberi (con un solo errore) contro 15 hanno giustificato la teatrale filippica conclusa con uno scatto d’ira  e scagliando la penna sul tavolo e lasciando i giornalisti sbigottiti. In effetti le cifre confermano l’equilibrio, 4 rimbalzi in meno per i Grizzlies ma per il tono delle accuse si prepara un multone.
“Non abbiamo ottenuto il rispetto che questi ragazzi meritano, Mike Conley stava per scoppiare. Non ho intenzione di farci trattare in questo modo. Questo è inaccettabile e  poco professionale. I nostri ragazzi eseguito  correttamente il gioco e guadagnato il diritto di  portarlo a termine. Ma non ci hanno nemmeno dato la minima possibilità”. Nelle due gare a Memphis gli Spurs avevano perso con 11 punti di scarto, ma questa è un’altra storia e la rabbia può  essere un boomerang.

RISULTATI (Quarti G, Lunedì 17 aprile)  
CLEVELAND-Indiana  117-111 (37 K.Iving 14/24 4/10 da3 tl5/5 2r 2, 27 K.Love 6/7 3/4 da3 tl12/12 11 r, 25 L.James 11/20 0/2 da3 tl3/6 10r 7a 4re 4st 8pe 42′, 9 D.Williams 3/4 da3; 32 P.George 10/20 4/10 da3 tl8/9 8r 7a, 23 J.Teague 8/12 2/3 da3 tl5/5 4r 4a, 9 C.Miles 4/7 1/4 da3).R-A: 37-19; 33-23; Recuperi: 6/14 
SAN ANTONIO-Memphis 96-82 (37 K.Leonard 9/14 0/2 da3 tl19/19 11r, 15 T.Parker 6/14 3/5 3r 1a, 12 D.Green 4/5 da3 , 11 L.Adridge 3( 0/1 da3tl5/6 4r, 10 P.Gasol 4/6 2/2 da3; 24 M.Conley 8/18 4/6 da3  8a, 12 V.Carter, 12 M.Gasol 4/15 0/2 da3 tl4/4 6r 3a 2re, 18 Z.Randolph 10r). R-A:  39-14; 35-19. Perse 14-8.

A cura di ENRICO CAMPANA

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