Belinelli carta sicura, il Gallo al minimo

Marco Belinelli ha dimostrato anche  mercoledì notte con i 13 punti e 6 rimbalzi e +12 di plus/minus e  28 minuti contro Detroit in una gara (87-77) a punteggio basso di essere il cambio più sicuro in questo momento  per gli Hornets  e parte della buona stagione che vede al primo giro di boa delle 20 partite Charlotte fra le prime 5  formazioni all’Est e con lo stesso ranking (13/9) della tanto decantata Boston che celebra  ogni settimana l’inchino a coach Brad Steven. Al punto che al giovane dandy-trendy della panchina  vengono riservati persino articoli da “chissenefrega” degni di menzione da parte di Cino Marchese, come l’ultimo del suo frequente cambio d’abito che , scrivono, avrebbe il potere di influenzare i risultati della sua squadra… Mah…

Non è un  momento dei migliori per Gallinari che dopo lo stop di 3 partite negli ultimi giorni di dicembre per un risentimento alla coscia, quando viaggiava a 16,9 punti di media, è sceso a 12 Utah e per la prima volta sotto i 10 con i 5 di Brooklyn dove il primo quintetto con 41 punti totale  è stato largamente inferiore ai 71 della panchina riuscendo a recuperare i 29 punti all’intervallo fino ad arrivare a -4 (99-103) a 4’31” dalla fine anche se poi i Nets (6/15) che in casa si difendono sono riusciti a controllare la situazione con Brook Lopez (24 punti),  Sean Kilpatrick  (22 punti), il croato Bojan Bogdanoic  particolarmente preciso (8/11) Trevor Booker il power forward preso da Utah che si era eclissato nello stato dei mormoni dopo quattro stagioni a Washington e ha ripagato la fiducia del nuovo coach Kenny Atkinson con una media di 10,8 punti, 8,8 rimbalzi in 21 gare con 9 doppie-doppie compresa l’ultima di mercoledì (15 punti, 12 rimbalzi). A 29 anni una piacevole riscoperta quella del gigante di North Carolina,  che coi Wizard per due stagioni aveva ottenuto un massimo di 5 doppie doppie.

L’altro colpo di mercato è Sean Kilpatrick, un giocatore imprevedibile, con notevole talento e intraprendenza che era stato di passaggio a Denver la scorsa stagione  giocando tre buone gare con una contratto a gettone di 10 giorni più altri 10. Per evitare critiche sulla ragione della mancata conferma del suo club, Malone si è affrettato a mettere la mani avanti perchè il coach degli alti e bassi delle Pepite gioca bene con le parole, e forse ha voluto far capire che non era una decisione completamente sua sapendo di poter prendere nel draft una fra le prime 10 teste di serie come è stato con Murray. “Sono un suo estimatore – queste la parole di Mike Malone -, Sean ha approfittato ancora una volta delle opportunità  che gli vengono date”.

Nella serata-no strana del  Gallo  (2/7 1/1, nessun tiro libero, 3 rimbalzi, 3 assist, -24 di plus/minus ) che ha abbassato la sua media a 14,3 punti in dicembre , sotto quel suo standard di rendimento di tiri liberi, assist, recuperate che fa risaltare il suo carattere vincente . Nel quintetto  di Denver (8/14) che questa stagione ha vinto solo una volta due gare di fila si è salvato con 9 rimbalzi Will Barton nonostante l’esito del tiro ( 6/15 e 1/9 da 3, 15 punti) , monumentale Wilson Chandler  il migliore della stagione con27 punti (e 15 rimbalzi) e Nikola Jokic  (14 punti con soli 7 tiri e 4/4 liberi e 11 rimbalzi). Malone sta cercando di trasformare il giovane centro serbo in un power forward, operazione che richiede tempo e un lavoro specifico quotidiano, forse non è il momento ideale per certi esperimenti. Inoltre ha avuto un infortunio che ha ritardato di lavorare su questo aspetto tecnico.

Nelle ultime due settimane i Clippers hanno battuto i Cavs a Cleveland ma perso 5 partite l’ultima delle quali mercoledì notte contro i Warriors che tornati a Oakland dopo aver vinto all’inizio della stagione nettamente,  sono stati sconfitti 98-115 in una gara equilibrata ai rimbalzi (46/45) dove la bilancia si è spostata verso i Warriors (19/3) per il 32-15 alla voce assist che significa contropiede, circolazione di palla e quant’altro. E sappiamo che quando supera i 30 assist come avvenuto in 16 partite su 22  la squadra di Kerr diventa una slavina, anche in una serataccia di Curry nelle triple (0/8)  che ha avuto riflessi anche sui compagni, specie su Durant  (5/17 e 1/5 dall’arco, ma il migliore a rimbalzo e assist, con 8 e 7)  e meno su Thompson (22 punti 3/5) e Green (22 punti, 8/10 e 3/5).

Dopo una serie di 4 vittorie che aveva spinto i Knicks in alto (12/10), flop casalingo contro Cleveland (15/5) che ha  invece ripreso l’autorevolezza  di inizio stagione e superato il vuoto d’aria (3 sconfitte consecutive)  e dopo Toronto ha vinto  di 32 punti al Madison  con 28 di Irving, 25 di James, particolarmente concentrato perchè risentito dall’infelice frase di Phil Jackson nella quale il presidente del Knicks aveva definito l’azienda di web-comunicazione  di Lebron una “posse”, qualcosa di simile a quelle bande di uomini di colore ai tempi del West. JR Smith complice una botta al ginocchio si è fermato ed è stato un bene per la squadra e Tristan Thompson ha catturato 30 rimbalzi segnare un canestro su azione. A proposito di Phil Jackson, stavola ha criticato Melo Anthony perchè ogni volta che ha preso la palla ha fermato l’azione… Per Anthony 5/15 e 8 punti: è affiorato il dubbio Melo Anthony abbia voluto solidarizzare con “fratello nero” al quale è legato da una profonda amicizia e da un impegno sociale per la comunità afro-americana  sottolineato in occasioni  degli scontri fra i manifestanti e la polizia e l’elezione di Trump.

A cura di ENRICO CAMPANA.

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