Un Marchese a Rio – 17 agosto 2016

Questa la rubrica olimpica di analisi, sport, spettacolo, costume e un po' di pepe che Sportal.it offre per i Giochi Olimpici dal 5 al 21 agosto. Ospite: Cino Marchese!

Un Marchese a Rio. Questa la rubrica olimpica di analisi, sport, spettacolo, costume e un po’ di pepe che Sportal.it offre per i Giochi Olimpici dal 5 al 21 agosto. L’ospite è Cino Marchese, personaggio dello sport a più facce e unico: competenza, conoscenza tecnica, passione, esperienza internazionale, successi organizzativi, manager di marketing e comunicazione. E anche solide amicizie personali con i grandi campioni.

Incomincia la carriera di manager sportivo dirigendo l’ufficio italiano di IMG di Mark Mc Cormack per circa 20 anni. In seguito consulente e advisor di molte aziende e organizzazioni operanti nello sport, oggi attivo soprattutto nella impiantistica sportiva. Ha seguito molti personaggi dello sport come Alberto Tomba, Paolo Rossi, Roberto Baggio, Deborah Compagnoni, Martina Navratilova, Monika Seles e molti altri grandi campioni. Collabora con diverse strutture universitarie e docente in diversi Master multilingue di formazione.

– Medaglia inaspettata, ma meritata: Andrea Lupo e Paolo Nicolai hanno rimontato e battuto i russi al tie break in semifinale e sfidano i brasiliani (attenti a Bruno Oscar Schmidt, nipote del grande Oscar) nel tempio del Beach Volley per l’oro. Lupo da Fregene è il genietto, gran difensore,  con le sue chele Paolo non ha avuto paura dei 210 cm del russo Semenov!

“Daniele Lupo è figlio del mio amico architetto Giorgio che conosco da una vita e quindi sono doppiamente felice. Cresciuti sulla spiaggia del”Gilda on the beach” di Fregene sono un prodotto autentico di quello sport nato per caso, ma che ora è diventato vero e mantiene quel legame con la vita di tutti i giorni”.

– Nei 200 il vicentino Matteo Galvan in semifinale dietro Justin Gatlin, col quale si allenava in Florida una volta scopertosi nel 2010 campione italiano venendo da altre specialità: il tempo 20″58 inferiore al suo personale e 40° nelle batterie, meno fortunato Davide Manenti 4° nella sua batteria e 34° con 20″51.

“Finalmente un prodotto autentico che si è affinato con un allenamento mirato. Questi sono gli atleti che anche se non vincono esaltano lo spirito delle Olimpiadi”.

– La gara si Bolt è stata un allungo d’autore, ha corso in mezzo alla corsa per prudenza: il 20″26 15 è meglio di Gatlin (25°) ma non del canadese Andre De Grasse bronzo nei 100 qualificatosi col miglior tempo (20″09).

“Bolt ormai ci ha abituati a correre le fasi eliminatorie perché le deve correre e quindi sembra che ti faccia un favore. Però poi quando si corre davvero non ce n’è per nessuno”.

– Per Bolt lo stadio s’è riempito come mai nella sessione giornaliera, quando ha messo l’indice sul naso per chiedere silenzio non volava una mosca, è stata una recita più che una gara, ma il pubblico meritava di più.

“I brasiliani forse sono gli unici che non hanno ancora capito come è fatto Bolt e dovrebbero agire di conseguenza, ma anche lui dovrebbe avere più rispetto e comportarsi diversamente, ma è fatto così e così deve essere accettato”.

– Disappunto per  non aver visto in gara Wayde Van Niekerk astro nascente dell’atletica che ha sbriciolato il record dei 400 con 40″03, come interpretare questa scelta: facendo un po’ di sana dietrologia,  non si voleva rischiare di bruciare la fresca fama del sudafricano, o l’ha preteso Bolt?

“Non penso che il sudafricano agisca come vuole Bolt che è il suo idolo. Tuttavia penso che sia giusto così perché Bolt sarebbe stato condannato a vincere ed aveva solo da perdere mentre per Van Niekerk che alla lunga è condannato a vincere era troppo presto per questo confronto. Chi ci ha rimesso è solo il pubblico che però non merita questo confronto”.

– Nell’alto oro al canadese francofono Derek Drouin 2,38, in giornata di grazia, avanzando sempre al primo salto: perfetta risposta alla provocazione di Bondarenko che superato 2,33 ha rifiutato il 2,36 accontentandosi del bronzo. Fra i due si è infilato il filiforme Barshim del Qatar.

“Gara in tono minore. Orfana di Tamberi che certamente aveva una possibilità di vittoria”.

– Drouin ha perso dei punti come personaggio chiudendo la gara al primo tentativo fallito sui 2,40;un campione olimpico debba avere un obbligo morale nei confronti dell’evento e della gente, altrimenti viene il sospetto che voglia risparmiarsi per il prossimo meeting. Sembra proprio che in questi Giochi brasiliani l’atletica non voglia sforzarsi a cercare i record e la finale dei 1500 femminile vinta dalla keniota Kipyegon tanto soporifera da meritarsi i fischi dello stadio”.

“Non c’è dubbio che si ha questa sensazione, ma ripeto questo pubblico non ha saputo dare quell’eccitazione che meritano i Giochi. Quando il pubblico è vero e partecipe crea quell’atmosfera che coinvolge gli atleti. A Rio tolti quelli che sono in supporto delle loro squadre sembra che agli altri non interessa oppure sono solo interessati quando la regia li inquadra”.

– Tamberi non è riuscito a trattenere il rammarico per la sua assenza confessando  che il 2,38 era alla sua portata, in effetti la gara sarebbe stata piatta senza la provocazione di Bondarenko e i molti attestati di simpatia dei colleghi per l’anconetano ricordano quel vecchio proverbio che dice:”Ponti d’oro al nemici che fugge”.

“Non so se Tamberi ha fatto bene a lasciarsi così coinvolgere dai media e poi in maniera discutibile. Forse era meglio che stava da solo a riflettere sulla sua sfortuna e a caricarsi mentalmente per le prossime occasioni dove per certo dimostrerà quello che ha perso a Rio”

– Ha fatto bene a cercare popolarità come testimonial in stampelle, o doveva soffrire in silenzio per prendersi la sua rivincita senza pensare adesso di avere già l’oro in tasca a Tokio?

“L’ho detto sopra, secondo me, no. E ne sono sempre più convinto anche se il personaggio c’è, anche in stampelle”.

– I fatti più sorprendenti dell’atletica nelle ultime 24 ore sono stati la vittoria di Omar McLeod, il primo giamaicano a vincere una gara ad ostacoli, nei 110 metri, senza abbattere una sola barriera  e la vittoria in tuffo dei 400 di Shaunae Miller (Bahamas) inserita da Espn fra i 10 history-case dei Giochi, da Dorando Pietri a Londra al canestro finale di Alexander Belov contro gli Usa nel basket per arrivare a questa rocambolesca medaglia d’oro che fa nascere un interrogativo, il tuffo è stato provocato da una perdita d’equilibrio oppure era l’unica via possibile per battere l’americana Felix “felixperniente” che difatti l’ha presa male. La Iaaf e il CIO dovranno valutare bene se si può vincere la medaglia coi piedi per terra o anche in tuffo?

“Quella del Giamaicano prima o poi doveva succedere mentre per la vittoria in tuffo sono convinto che non sia giusta. Si va incontro ad un pericoloso precedente che può segnare l’inizio di una tecnica che secondo me è contro il principio della corsa anche se è legittima nella stretta osservanza del regolamento. Si dovrebbe proibire il tuffo e non considerarlo valido”.

– Nel nuoto di fondo dei 10 chilometri storica doppietta olandese con Sharon Rouwendall e Forty Weertman, l’Italia ha fatto meglio degli american grandi sconfitti con l’argento di Rachele Bruni e il 6° e 7° posto di Simone Ruffini e Federico Varnelli per un battito di ciglia,  sulla stessa linea d’arrivo dei primi, nessuno paese ha avuto due nuotatori fra i primi 10.

“Non ho mai considerato questa gara. Ebbene, ieri sono stato incollato al televisore per due ore perché raramente mi è capitato di essere così coinvolto. È stata una gara vibrante sotto tutti i punti di vista e la lotta serratissima con i nostri sempre con i migliori. Anche quando si crede di sapere tutto si sbaglia”.

– Il finale della maratona nelle acque di Copacabana è stata entusiasmante, sembrava di vedere 11 coccodrilli pronti a sbranarsi, in greco Spyridon Giannotis era davanti ma ha perso l’oro per la destrezza dell’olandese premiato dal fotofofinish. Primo e secondo con lo stesso tempo, 1’53″02, poi a 1’53’03 il francese Olivier, il cinese Ljijun, l’americano Wilimoski, i nostri azzurri e 8° il giapponese Hirai con 1’53″04. Quando mai si rivedrà una gara simile a un arrivo sui 50 o 100 sl?

“Devo ammettere che il mio scetticismo a proposito di questa specialità era totalmente inopportuno. Mai mi sono emozionato per una gara di nuoto come ieri e devo dire che lo sport riserva delle sorprese assolutamente impreviste anche ad uno come me che ne ha viste nella sua vita di tutti i colori”.

– Rischia di passare inosservato, a torto, il 4° posto di Vanessa Ferrari al suo addio alla ginnastica, e il 6° di Erika Fasana nel corpo libero femminile, quando mai rivedremo due italiane in finale?. Vanessa meritava, per la sua ammirevole carriera, un bronzo, ma ha trovato sulla sua strada due americane imbattibili e una giuria con lei stretta di manica per il bronzo”.

“La gara anche in questa occasione è stata vibrante, ma amara per le nostre peraltro bravissime. Si è vero Vanessa meritava qualcosa di più, ma si sa che quando c’è di mezzo un giudizio esterno le cose possono andare in questo modo. Tuttavia le nostre erano all’altezza delle altre, escluse le americane”.

– Oggi i quarti del basket maschile con Australia-Lituania, Spagna-Francia, Usa-Argentina, Croazia-Serbia, chi vincerà questi due derbies europei infuocati”

“Australia,Spagna, USA e Serbia e non ho telefonato al Vate prima di rispondere!”

– Quando fummo eliminati  a Torino, su Sportal.it  azzardai un vaticinio a caldo purtroppo avveratosi: “gli azzurri rimpiangeranno ancor più amaramente questo risultato per il favore calendario  del torneo olimpico opera dalla FIBA amica”, difatti fra le  vincitrici dei tre preolimpici la Croazia è stata la migliore come dimostra il primo posto del suo girone.

“Non è detto che invertendo i fattori il risultato sia sempre lo stesso. Negli sport di squadra ad alto livello è sempre difficile fare questi calcoli. Infatti mettendo noi al loro posto non è assolutamente detto che avremmo ottenuto gli stessi risultati”.

– I giocatori italiani e il loro coach hanno perso anche l’occasione di farsi pubblicità sui media Usa che in questi giorni parlano di Bogdanovic, Saric, Hezonia, di Facundo Campazzo e del francese Huertel e per carità di patria tacquero invece del nostro flop imbarazzante.

“Oggi qualsiasi palcoscenico è importante per la comunicazione anche se tutte le squadre NBA hanno “scauter” che le tengono informate su tutto anche se sono in vacanza a Formentera, meta preferita dai cestisti Italiani”

– In questi giorni m’è venuta alla mente una domanda birichina: Petrucci e Messina prima del preolimpico chiesero a Bargnani se aveva già firmato per la prossima stagione? La sua firma col Baskonia è avvenuta dopo il torneo, magari non era tranquillo e temeva di infortunarsi e era meglio lasciarlo a casa.

“Invece di informarsi di con chi avrebbe firmato avrebbero invece dovuto informarsi di quanta voglia aveva ancora di giocare perché è stato imbarazzante”

– Tim Duncan ha rifiutato l’invito del presidente  Obama per assistere alla finale del Giochi di Rio”

“Non aveva tutti i torti”

– Per Giorgio Buzavo è scemo chi critica le Olimpiadi e propone:  eliminiamo invece i campionati del mondo, doppione ormai insignificante e costoso,ma salviamo lo spirito agonistico,puro naturalmente,”incontro di popoli nello sport e non nella politica”.

“Giorgino è sempre molto chiaro e non ha tutti i torti al proposito. È uno dei miei più assidui follower e lo ringrazio”.

– Il CIO ha criticato i fischi del pubblico brasiliano contro il francese Levillenie nel salto decisivo dell’asta e alla premiazione ci ha pensato Thiago De Silva, il vincitore, a chiedere un applauso per il rivale, ma la ferita resta aperta, le lacrime colavano sulle gote del maturo astista, mentre  la Francia accusa l’Italia di un biscotto nella gara col Canada nel volley per metterli fuori”

“Il fair play è qualcosa che si ha o non si ha. È assurdo pensare che in questi casi il pubblico faccia quello che gli si dice di fare. I “biscotti” da quando mondo è mondo esistono ed in questo tipo di competizioni oltre che a vincere bisogna stare attenti. Non bisogna mettersi in posizione di subirli”

– A chi è dedicato il “chissenefrega” del giorno?

“Al biscotto. Perché chi è forte vince e se ne frega dell’eventuale biscotto”.

A cura di ENRICO CAMPANA

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