Il dramma delle cicliste afghane non lascia l’Italia indifferente

Un aiuto per le cicliste afghane

Anche la Federazione Ciclistica Italiana è impegnata in questi giorni, concretamente e con la discrezione che la delicatezza della situazione richiede, per aiutare la popolazione afghana e in particolare le donne cicliste.

Subito dopo il precipitare della situazione in quel paese, infatti, i vertici federali, raccogliendo anche l’invito del sottosegretario Vezzali, hanno attivato canali istituzionali e contatti diretti con il Dipartimento allo Sport del Governo e il Ministero degli Esteri per trovare un’immediata soluzione alle atlete della Nazionale di ciclismo afghana e ai propri familiari, che sono adesso in grave difficoltà per la situazione di essere donne sportive e donne in bicicletta.

L’obiettivo immediato degli sforzi del Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali, della FCI e del Dipartimento allo Sport, in stretta collaborazione con il Ministero degli Esteri, è quello di riuscire a far uscire dal Paese le atlete e garantire così la loro incolumità.

“Faremo di tutto perché le cicliste afghane possano continuare ad allenarsi e gareggiare – ha detto il presidente Dagnoni -. La cosa più importante in questo momento è quella di riuscire a farle uscire dal Paese. Poi penseremo a come metterle nella condizione di poter svolgere lo sport che amano e che rappresenta, oggi più che mai, un simbolo di libertà e uguaglianza. Ci tengo a ringraziare Francesca Monzone per quanto fatto e sta facendo in questo frangente per il movimento ciclistico femminile di quel Paese”.

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