Veretout: “Ho detto a mia figlia che c’è una bestia nell’aria”

Roma, ora, è una città morta. Nel mio quartiere c’è sempre rumore di fondo, mentre ora quando esco in giardino con le mie figlie, c’è una sensazione di vuoto, di niente, è un po’ spaventoso”. Il centrocampista della Roma Jordan Veretout ha raccontato a l’Equipe le sue giornate in quarantena nella Capitale.

“Di solito è una città sempre affollata. Le grandi piazze, il Vaticano, solitamente sono sempre piene. Ma viviamo così ora. La situazione è molto grave. Senza la mobilitazione di tutti non ne usciremo. Quando mia figlia mi ha chiesto se poteva uscire in giardino o se ci fosse la bestia, le ho risposto che c’è una piccola bestia nell’aria, ma poteva uscire a giocare in casa. Con le mie figlie realizziamo disegni, giochi da tavolo, abbiamo organizzato una caccia al tesoro. Balliamo e giochiamo a nascondino. Quando i giochi saranno finiti, le mie figlie mi taglieranno i capelli. In questo momento, anche loro sono in quarantena. Spieghiamo alla piu’ grande perché dovremmo rimanere in casa, provando a non spaventarla troppo”. 

“Non ho pensato di tornare in Francia perché per me e la mia famiglia era un grosso rischio e perché abbiamo continuato ad allenarci per diversi giorni, fino alla vigilia del match col Siviglia. Al centro di allenamento l’attenzione era molto alta, c’era un ambiente particolare. Tutti i dipendenti avevano guanti e mascherine. Niente piu’ pasti di gruppo ma individuali, non ci potevamo salutare”. 

“E’ complicato vedere le immagini degli ospedali o legate al virus, preferisco vedere quelle dei balconi dove si canta. Non sono sorpreso, gli italiani mostrano sempre solidarietà ed è molto bello”. 

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