Alessandro De Giuseppe, una ‘Iena’ dal cuore nerazzurro

Alessandro De Giuseppe, una Iena dal cuore nerazzurro

Alessandro De Giuseppe, tra gli inviati di punta della fortunata trasmissione Mediaset Le Iene, di questi tempi è particolarmente impegnato nel contribuire a fare luce sulla tragica vicenda di Chiara Poggi, ma non è voluto mancare a ‘Specialmente Inter’, una serata di beneficenza tenutasi a Villasanta, in Brianza. Sportal.it lo ha intervistato in esclusiva.

Complimenti per il lavoro che stai facendo, davvero una bella soddisfazione.
Grazie, grazie. Sì, mi sono legato molto allo sport, che è diventato una mia grande passione.

Com’è iniziato il tuo percorso alle Iene?
Devo dire che i miei primi servizi per Le Iene sono partiti proprio dal ciclismo. Ricordo ancora quando non eravamo nemmeno in prima serata e riuscii a intervistare Danilo Di Luca. In quell’occasione fece outing sul doping, raccontando che, senza usare sostanze dopanti, non si poteva arrivare tra i primi dieci al Giro d’Italia. Fu un’intervista molto importante, realizzata insieme a Davide Parenti, il capo autore e regista storico del programma. Quello fu il primo tassello di un percorso che, guardandolo oggi, mi lascia ancora stupito.

Cosa ti ha portato a Le Iene?
Una grande passione per la comunicazione.

E poi hai anche indossato la maglia nerazzurra.
Sì, ho un passato nelle giovanili dell’Inter. Ancora oggi vado spesso a San Siro. La fede è rimasta quella.

Come vivi questo periodo da tifoso?
Devo dire che la squadra ha fatto grandi cose, soprattutto considerando la rosa a disposizione. Finale di Coppa Italia, finale di Champions League, e si sono giocati lo scudetto fino all’ultima giornata… hanno fatto miracoli. Ora però credo che la dirigenza debba avere un budget più ampio.
Tra l’altro sono amico di Monica Bertini, compagna di Piero Ausilio: lui è un genio nella gestione sportiva, come Marotta. Hanno fatto cose straordinarie anche con i parametri zero, penso a Mkhitaryan, Sommer… Ma spero possano fare un mercato vero.

E per la finale di Champions League?
Incrociamo le dita. Se vinciamo, bene. Se perdiamo, pazienza. Ma speriamo davvero di portarla a casa.

Il campionato invece lo dai per perso?
Purtroppo sì, si sono persi troppi punti. Ero a San Siro per la partita con la Lazio… Quando sprechi certe occasioni… Non ce l’ho con Arnautović, ma al 93’, con quella palla lì, sembrava volesse abbattere la porta. Bastava solo appoggiarla. Poi punti persi col Parma, col Bologna… Quando perdi così tanto per strada, diventa dura.

E il Napoli?
Se vincesse lo scudetto in casa, al Maradona, sarebbe una bella favola. E sarei anche contento…

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