Parma festeggia il suo “Sindaco”

Pomeriggio amarcord alla Libreria Mondadori dell’EuroTorri di Parma, dove è stato presentato il libro “Marco Osio, il Sindaco”, scritto dal giornalista e scrittore Emanuele Giulianelli con la “collaborazione” di Marco Osio.
 
La biografia del “calciatore più amato dai tifosi del Parma”, come da efficace sottotitolo (Ed. Officine Gutenberg, euro 12,90), che ha ripercorso tutte le tappe dell’Osio calciatore, compresa la breve, ma fortunata, esperienza con il Palmeiras, ha richiamato un buon numero di sostenitori crociati, oltre a giornalisti e amici dell’ex calciatore, anconitano di nascita, ma ormai parmigiano d’adozione.
 
Moderatore Sandro Piovani, ad arricchire l’evento è stata la presenza di Alessandro Melli, amico storico di Osio, nonché “gemello” nel tabellino in un paio di partite cardine della storia del club, il 2-0 alla Reggiana del 27 maggio ’90 che sancì la promozione in A e un altro 2-0, quello della finale di ritorno di Coppa Italia contro la Juventus, datato 14 maggio ’92, successo che diede il via all’epopea dell’era Scala.
 
“Marco è stato un grande calciatore, che ha sempre preferito l’assist al gol, ma soprattutto un amico dentro e fuori dal campo e una bella persona, piacevole e mai altezzoso. Lui è stato sempre avanti a tutti noi, in campo e fuori” ha detto Melli.
 
Assenti purtroppo i rappresentanti della società attuale, la presentazione è corsa via all’insegna di ricordi e aneddoti, con l’ironia pungente che da sempre contraddistingue Marco: dai primi mesi di Osio a Parma alla corte di Zeman (“Mi ha insegnato tanto che ho poi utilizzato come tecnico, per questo non alleno più…”) al toccante ricordo che Fulvio Ceresini ha dato del padre Ernesto, creatore del “miracolo Parma”, venuto a mancare proprio pochi mesi prima la storica promozione.
 
“Ogni calciatore ha trovato il proprio ambiente ideale, io a Parma sono arrivato al momento giusto, nell’ambiente giusto e con la società giusta” ha detto ‘Il Sindaco’.
 
E non è mancato lo spazio anche per l’ironia, quando Osio ha bonariamente stuzzicato l’amico Sandro sui recenti e noti fatti: “Perché non entri in società?”. Risate, applausi, e nostalgia, a scena aperta.
 
Insomma, Parma è nel cuore di Marco, che però non dimentica neppure le origini, quel Torino dove è cresciuto per poi tornare dopo i 6 anni in Emilia: “Devo molto al Torino, al maestro Vatta che ho avuto nel settore giovanile all’epoca più forte d’Italia. Quando indossi la maglia granata ti rimane dentro qualcosa per sempre”.
 

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