‘Labirinto’ torna con un Abete pungente

Giancarlo Abete è il protagonista della prima puntata della seconda stagione di Labirinto, trasmissione di approfondimento e inchiesta sportiva condotta da Piero Giannico su Sportitalia (canale 60 del Digitale terrestre e 225 della piattaforma Sky).

L’ex presidente della Figc ha concesso in esclusiva a Sportitalia una lunga intervista sui temi d’attualità del calcio italiano. La puntata andrà in onda martedì 23 aprile 2019, alle ore 21. Ecco alcuni dei passaggi.

Le squadre B sono state un fallimento o opportunità per i club?

“E’ un’opportunità per i club decisa in modo sbagliato. Quando venne il commissario straordinario in occasione di un consiglio direttivo al quale fui invitato a partecipare dal Presidente Gravina, rappresentai al Commissario che partire da li a un mese con le seconde squadre significava commettere un errore. E’ chiaro ognuno vuole lasciare alla storia le proprie decisioni. La Juventus ha seguito questa strada, probabilmente accelerando troppo rispetto alla predisposizione ad avere la seconda squadra, gli altri club non erano convinti e non erano pronti. C’erano da chiarire tutta una serie di normative relativamente al meccanismo, promozioni, retrocessioni, partecipazioni ai contributi, diritto di voto. Quindi c’erano una pluralità di problematiche che avrebbero consigliato di partire dal 2019-20. Invece si è partiti e si è fatto male a partire e io dissi al Commissario, con la massima serenità e cercando di dare un contributo costruttivo che non c’era nessun senso attaccare il 2% del’AIA perchè l’AIA ha 35 mla tesserati, gli arbitri sono co-protagonisti insieme ai giocatori, ai tecnici alle società del mondo del calcio. Hanno il 2% dei voti e partecipano all’assemblea elettorale. Pensare di azzerare un mondo che ha avuto un diritto di voto, quando poi ci sono 14-15 federazioni sportive su 45 al Coni che hanno meno tesserati dell’AIA – ci sono delle federazioni sportive che hanno lo stesso peso elettorale della Federcalcio e hanno 5408 tesserati. significa fare un affronto al mondo del calcio. Una cosa è la pari dignità di tutti i dirigenti, un’altra situazione è quella collegata ai pesi ponderati”.

Sulla Juventus della seconda squadra

“La Juventus gioca in uno stadio non di proprietà, squadra affidata a Zironelli e costruita da Cherubini, allestita per far crescere i giovani e che in questa stagione ha navigato a vista per evitare i play out. Come se lo spiega? La mia sensazione è che la scelta della Juve poi di rendere pronta la seconda squadra sia stata più dettata da un’esigenza di politica sportiva nel fatto di condividere una scelta dell’allora Commissario che non una situazione di predisposizione reale”.

I problemi della Serie C quali sono?

“Le troppe squadre: oggi ce ne sono 60 suddivise in tre gironi. Se sarebbe meglio ridurre e avere 2 gironi da 20 squadre? E’ stato fatto un grande passo avanti e non decisivo e conclusivo. Quando arrivai in serie C mi trovai con la prima riforma del Presidente Matarrese. Allora c’erano due gironi di C1 e 4 di C2 e quindi parliamo di 108 squadre. Durante la fase in cui io divenni presidente si passò ai 3 gironi di C2 e quindi diventarono 90 squadre. Durante il mio periodo di presidenza in Federazione abbiamo diminuito di un livello i livelli professionistici. Prima erano 4, quindi A, B, C1 e C2, poi tre A, B, C unificata e abbiamo ridotto di 30 società i club. Da 90 a 60 e abbiamo di nuovo unificato la C come era una volta. Adesso si tratta di capire se 60 club sono troppi. Su questo chiaramente bisogna capire il ruolo delle seconde squadre perchè se le seconde squadre cominicano a diventare 4-5-6-7 che sono presenti in maniera proporzionata nei vari gironi è anche più facile rimane al format di 60 squadre. Se le seconde squadre non decollano, diventa più difficile perchè il mondo professionistico è diventato più complesso, anche perchè in C i ricavi non hanno mai coperto i costi ed è una situazione che va avanti dagli anni ’90”

Sulla Serie B. Quest’anno un grande pasticcio, se lei fosse stato il presidente come avrebbe gestito la Serie B?

“Mantenendo il format a 22 squadre. Al di là che si è incartati con il contenzioso, con i vari tribunali e i vari gradi di giudizio, a testimonianza che la Giustizia Sportiva è sempre da migliorare, quindi non esistono delle ricette magiche come appariva nel 2014. La Giustizia Sportiva si è visto che è stato un disastro a livello di ammissione ai campionati nella stagione 2018-19. Peraltro non so se questa formula a 19 tanti, oggi, tornando indietro la rifarebbero. Ha solo danneggiato la fascia bassa della serie B perchè ci si è trovati con la conferma delle 4 retrocessioni e con un organico di 19 anzichè di 22. Quindi ci saranno dei club che purtroppo retrocederanno quest’anno che non sarebbero retrocessi se il format fosse stato a 22 perchè sarebbero salite squadre di medio-basso-livello e non squadre che venivano dalla Serie A”.

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