Genoa, Izzo si difende: “Non portatemi via il calcio”

Armando Izzo è accusato di doppio illecito sportivo per presunte combine relative a 12 partite dell’Avellino, squadra in cui il difensore napoletano ha militato dal 2012 al 2014. Lui ha sempre negato di essere coinvolto nel caso calcioscommesse e nel pomeriggio di venerdì parlerà davanti ai giudici per difendere, questa volta se stesso e non la porta di Perin, davanti ai giudici.

Nel frattempo, però, il 25enne cresciuto nell’ARCI Scampia prima di essere notato e tesserato dalle giovanili del Napoli ha concesso un’intervista a Repubblica: “Io non sono nato col papillon, ho fatto tanti sacrifici, sto onorando il sogno di mio padre di giocare in serie A. Non voglio sprecare un dono di Dio e non voglio che qualcuno me lo porti via”.

In particolare le partite sotto la lente di ingrandimento sono due, Avellino-Reggina 3-0 e Modena-Avellino 1-0, per le quali sono state arrestate 10 persone considerate vicine al gruppo di camorra ‘Vanella Grassi’ di Secondigliano. Izzo non era in campo in nessuna delle due occasioni: “Le due gare sotto accusa non le ho giocate. E anche le due precedenti – ha ribadito l’ex irpino -. Avevo una cicatrice con edema, al mister Rastelli ho detto: ‘Mister, non ce la faccio’. Lo conferma anche lui che ho chiesto io di non giocare. Se avessi avuto un patto con questi criminali come avrei potuto tirarmi indietro? Con i miei fratelli a Scampia, potevo mai mettere a rischio la mia famiglia? Siamo pazzi? Parliamo di criminali veri, lo dicono le carte”.

“Ma di cosa parliamo? Per organizzare le combine si sono incontrati 12 volte, tutte senza di me – si è difeso Izzo -. Dicono che la partita con la Reggina la devono fare i senatori e che l’ignorante, cioè io, non deve sapere niente. Ho sempre cercato di evitare certa gente. Ho quattro fratelli, non rispondo per chi viveva intorno a me. Ma noi siamo stati cresciuti con dei valori, il tempo sarà galantuomo”.

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