Brachino: “Dybala è un campione, Pogba no”

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Alla vigilia della sfida al vertice che vede il Napoli capolista andar a far visita all’inseguitrice Juventus, a soli di due punti di distacco, abbiamo raccolto in esclusiva per i lettori di Sportal.it le dichiarazioni di Claudio Brachino, direttore di SportMediaset, insieme al quale abbiamo analizzato diversi aspetti tecnici e ambientali della sfida di Torino di questa sera.


Il big-match scudetto Juventus-Napoli è stato vietato ai tifosi campani, impedendo loro di sostenere la propria squadra in trasferta così delicata, concorda con tale decisione?

“Penso che sia una sconfitta del calcio, perché dopo tante discussioni, varie norme, tante tragedie e polemiche, non abbiamo ancora trovato un modo per portare i tifosi dentro allo stadio in maniera sana”. 

 

Ci descrive il suo pensiero più nello specifico?

“Il calcio è uno spettacolo, è una festa, alla quale bisognerebbe andare con la famiglia e i bambini, per godere di quello che è un gioco, invece inevitabilmente quando c’è un big-match del campionato, i tifosi di una o dell’altra squadra non ci sono, ciò significa che alla fine non abbiamo raggiunto l’obiettivo. Ci sono anche motivazione di ordine pubblico, che nel momento specifico anche legittime, ma non abbiamo risolto il problema a monte, è ingiusto impedire ai tifosi del Napoli di assistere allo stadio ad una partita di questa rilevanza”.

 

Neanche la tessera del tifoso e gli stadi di proprietà sono serviti a risolvere il problema?

“Da un lato, io sono stato favorevole al riconoscimento, perché è un’assunzione di riconoscimento in un posto pubblico e da una possibilità anche di essere riconosciuto”. 

 

Quando era un giornalista alle prime armi, durante le sue inchieste che svolgeva le è mai capitato qualche rischio che vuole raccontare?

“Nella mia esperienza di giovane giornalista di Italia1, una volta mi ero infilato con una telecamera piccolina tra i tifosi della Lazio durante un derby, ad un certo punto mi hanno detto di scappare via perché l’idea di riprendere mi rendeva simile ad un poliziotto, come se quell’immagine fosse un elemento di futura utilizzazione delle forze dell’ordine”.

 

A distanza di anni come considera quell’episodio alla luce del calcio di oggi?

“Dall’epoca ho associato l’idea di vedere e essere visto come se fosse un atto proibito, addirittura nel calcio contemporaneo che ha aumentato nel quale, rispetto ad allora, è aumentata non solo la tecnologia, ma anche il numero dei giornalisti a bordo campo, delle telecamere, dei telecronisti. Insomma, in un calcio così globale c’è ancora questo problema. Poter essere riconoscibili è un passo in avanti, dato che consente di punire una persona, impedendogli di andare poi allo stadio, ma quando è una misura collettiva come quella di oggi per Juventus-Napoli mi lascia perplesso”.

 

Parliamo di calcio giocato, cosa ne pensa del cannoniere Higuain?
“In questo momento è il più forte calciatore del campionato italiano, forse anche d’Europa, qualcuno arriva a ipotizzare del mondo”. 

 

Addirittura?

“Io non mi spingo a tanto, ma riconosco che è sicuramente un leader che sta bene di testa e atleticamente, tecnicamente già lo era, quando un giocatore è forte non dimentica le sue caratteristiche, è il leader di questa squadra che ha anche tanti campioni”.

 

Dove sarebbe il Napoli senza l’attaccante argentino?
“Senza i suoi gol non occuperebbe la prima posizione in classifica dove si trova, con una striscia positiva di 8 vittorie consecutive, meglio del Napoli di Maradona”.

 

È un leader che può far dimenticare l’asso argentino?
“Forse di no, perché Maradona aveva un’altra storia: aveva il fascino della metamorfosi, dalle periferie al successo, aveva una vita fuori dal calcio che faceva discutere. Invece Higuain sembrerebbe più un campione dei giorni nostri, anche campione fuori dal campo, grazie con una regolarità provata affettiva, che gli permette una certa serenità, però di certo in campo è un gran numero uno, come campione calcistico, non come ruolo, ovviamente, dato che è un centravanti”.

 

Passiamo alla sponda bianconera, nella Juventus Pogba è campione?

“Se devo contrapporre al campione del Napoli, Gonzalo Higuain, un calciatore della Juventus, in termini di fascino, di poesia, di rendimento, preferisco indicare Dybala anziché Pogba, che non mi convince del tutto: fa delle cose straordinarie, è molto forte tecnicamente, molto giovane, qualche volta fa pensare alla poesia del calcio con i suoi movimenti, ma il grande campione della Juventus già oggi e nei giorni futuri, se non lo venderanno, si chiama Dybala”. 

 

Come mai la convince tanto?

“Effettua delle giocate eccezionali, qualcuno lo ha paragonato, per la velocità e delicatezza del tocco, addirittura a Sivori; sicuramente è elegante, forte, riesce a far cose meravigliose, ma è anche cinico, rapido e segna, quindi un grandissimo campione. Lui e Higuain sono dei bei campioni di vedere in campo”.

 

Passando alle panchine, cosa ne pensa di Allegri, di cui si parla anche per un futuro in Inghilterra?

“Allegri lo conoscevamo già, anche se era uscito male dall’avventura del Milan e aveva iniziato male quella bianconera, in quanto avevano detto che non avrebbe fatto dimenticare Conte, ci è riuscito, aldilà di quello che ha realizzato Conte, grazie ad un’avventura straordinaria. Allegri ha vinto molto e soprattutto è stato bravo quest’anno: è riuscito di raddrizzare una stagione iniziata malissimo, dopo un mercato con un punto interrogativo, dato che la Juventus aveva comprato molto e anche venduto molto, si è liberata di campioni in mezzo al campo, basti pensare a Pirlo e Vidal, che costruiscono gioco. Quindi alla fine Allegri insieme alla società hanno vinto”.

 

Del tecnico partenopeo alla seconda stagione in Serie A, cosa ne pensa?

“Sarri lo conoscevamo poco, dell’“allenatore con la tuta”, si è parlato soprattutto della sua estrazione, tra virgolette, proletaria, il suo modo di vestire; un uomo che a 57 anni ancora non ha avuto il riconoscimento del grande calcio, però giudicandolo dai risultati ha effettuato un grandissimo lavoro a Napoli”.

 

Il segreto del suo successo?

“I maggiori opinionisti dalla città partenopea mi dicono anche il primo grande merito di Sarri è stato quello di aver rimesso tutti al loro posto, quindi tutti nel posto giusto, può sembrare banale, ma può essere un’impresa da geni”.

 

Che big-match sarà stasera Juventus-Napoli?

“Innanzitutto speriamo che sia una bella partita di calcio, con un bell’arbitraggio sereno ed equilibrato”.

 

Pronostico?

“Vedo la Juventus favorita perché gioca in casa, mentre in Napoli è favorito perché è il primo della classe: potrebbe finire in un pareggio”.

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