Alessia Orro, il primo trofeo in Turchia è una favola

Articolo di Aldo Seghedoni

Clamorosa rimonta del Fenerbahce, che era sotto di due set nella Supercoppa di Turchia.

Il primo trofeo vinto da Alessia Orro (4 punti per lei) nella sua avventura al Fenerbahce è già realtà ed è una favola. In un match che ha tenuto col fiato sospeso fino all’ultimo scambio, la squadra in cui gioca la fenomenale sarda ha superato il VakıfBank al tie-break (dopo essere andata sotto di due set) e si è aggiudicata la AXA Sigorta Şampiyonlar Kupası per la sesta volta nella sua storia, diventando così il club più titolato nella competizione.

Nonostante le assenze pesanti di Eda Erdem Dündar e Ana Cristina, le ragazze del Fenerbahçe hanno messo in campo cuore, grinta e un gioco corale che ha saputo ribaltare un inizio di gara tutto in salita. Il VakıfBank, infatti, era partito forte, aggiudicandosi i primi due set con il punteggio di 25-23 e 25-21, sfruttando la compattezza difensiva e l’ottimo contributo di Boskovic e Markova.

Sembrava l’inizio della fine per il Fenerbahçe, ma è proprio lì che è iniziata un’altra partita.

Con Vargas protagonista al servizio e il supporto concreto di Fedorovtseva e Hande Baladın, le gialloblù hanno reagito con orgoglio e tecnica, prendendosi il terzo set per 25-19 e riaprendo completamente il match. Nel quarto set, dopo una partenza sprint (4-0), il VakıfBank aveva provato a ricucire lo strappo, ma le ragazze del Fenerbahçe hanno mantenuto i nervi saldi, chiudendo 25-18 e trascinando tutto al quinto e decisivo set.

Il tie-break è stato lo specchio perfetto di una partita combattuta punto a punto. Il Fenerbahçe ha commesso qualche errore iniziale, trovandosi subito sotto 0-4, ma con determinazione ha rimesso in equilibrio il parziale (8-8), approfittando di alcune incertezze del VakıfBank in ricezione. Ancora una volta è stata Vargas, con i suoi servizi insidiosi, a fare la differenza nei momenti chiave. Il 18-16 finale ha sancito un successo che vale oro.  E che vale… Orro.

Gli dicono tutti che è troppo elegante ma lui non crede sia vero. Ha sempre avuto una grande attrazione per la NBA ma l’altezza non l’ha mai supportato e così ha dovuto ben preso riporre il sogno nel cassetto di diventare un giocatore di basket professionista. Ma non considera che scrivere sia un ripiego, tutt’altro.

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