Ad oltre un anno dalla scomparsa, la sciatrice azzurra è stata ricordata in un incontro organizzato dall'associazione culturale 'Piero Dardanello'
Ad oltre un anno dalla scomparsa di Matilde Lorenzi, la sciatrice azzurra è stata ricordata in un incontro organizzato a Fossano dall’associazione culturale ‘Piero Dardanello’, in collaborazione con il locale liceo ‘Giovenale Ancina’ e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano. Presenti alla speciale serata l’ex componente della ‘Valanga Azzurra’ e commentatore Rai, Paolo De Chiesa e i genitori di Matilde, Adolfo Lorenzi ed Elena Rosa Cardinale, artefici della Fondazione che porta il suo nome e che persegue l’obiettivo di uno sci più sicuro.
“Matilde era una ragazza normale – hanno raccontato papà Adolfo e mamma Elena agli studenti presenti all’evento – e aveva anche faticato a scuola per conciliare sport e studio. Ma aveva una grande determinazione: quando ci ha lasciato, si era appena diplomata ed era già un’atleta di alto livello. Esorto tutti voi ragazzi a porvi degli obiettivi e capire come raggiungerli. Solo così avrete la soddisfazione di aver vissuto al 110%, come diceva Mati. Non ci possono essere rimorsi”, è il messaggio spedito ai giovani.
Papà Adolfo ha anche raccontato le iniziative della Fondazione Matilde Lorenzi: “Un mese esatto dopo l’incidente, ci siamo incontrati con i nostri consulenti per istituire la Fondazione ‘Matilde Lorenzi’. Come famiglia abbiamo pensato che la storia di Mati non poteva finire così, dopo tutto quello che lei ci aveva regalato. Il nostro scopo è sviluppare progetti legati alla sicurezza dello sci alpino e dei suoi atleti. Abbiamo trovato, nostro malgrado, una pagina quasi interamente bianca da scrivere: sono state e saranno tantissime le attività e i progetti in cui misurarci, giorno dopo giorno”.
L’ex Azzurro De Chiesa ha rimarcato l’importante di migliorare la sicurezza sugli sci: “Al giorno d’oggi lo sci è diventato molto rischioso per via dei materiali. Hanno questi scarti improvvisi per cui diventano ingestibili e non si riesce a recuperare dalla ‘spigolata’: sono troppo aggressivi. Può accadere a chiunque, su qualsiasi pista. Bisogna, quindi, fare estrema attenzione alle caratteristiche dei tracciati, alla presenza di reti lungo i bordi e alla presenza di ostacoli”.
“Dopo queste due tragedie inenarrabili, finalmente, la Federazione italiana ha iniziato a parlare di omologazione delle piste di allenamento. Apriti cielo! Molti sci club hanno protestato perché i ragazzini non potranno allenarsi come prima. C’è troppa esaltazione nel settore giovanile, ma finalmente si è levato un grido d’allarme anche di campioni come Ghedina e Klammer”.
“Bisogna invertire la rotta. Guardiamo cosa è successo sul lato femminile: Bassino, Brignone, Gisin, la campionessa olimpica Suter, la Macuga… Tutte infortunate. Una falcidia che va fermata, per il bene dello sci. Spero si voglia andare sino in fondo”, si è augurato De Chiesa.