Mondiali: Lorenzo Simonelli a un soffio dalla finale, Matteo Sioli ottavo

Articolo di Andrea Gussoni

Nella quarta giornata dei Mondiali di Tokyo c’è l’ottavo posto nell’alto di Matteo Sioli. Il diciannovenne azzurro, oro europeo under 23, riesce a saltare 2,24 alla seconda prova dopo il 2,20 di apertura e poi sbaglia tre volte a 2,28 nella sua prima partecipazione alla rassegna iridata. Sfiora l’impresa Lorenzo Simonelli che nei 110 ostacoli arriva a soli tre millesimi dall’ultimo tempo utile per l’ingresso in finale, quarto al traguardo con 13.22 (-0.5) in una semifinale molto combattuta. Esce a testa alta nei 400 metri Edoardo Scotti in 44.77 con un altro crono di valore, molto vicino al 44.75 che fino a un paio di giorni fa era il record italiano poi battuto dal suo formidabile 44.45 realizzato nel primo round. Promosso in semifinale Francesco Pernici, secondo in batteria negli 800 con 1:45.11 dopo una bella rimonta nel rettilineo conclusivo, mentre sono eliminati Catalin Tecuceanu (1:46.22) e Giovanni Lazzaro (1:47.00). Sulla pedana del triplo, out in qualificazione la campionessa europea under 20 Erika Saraceni (13,82/+1.0) e la rientrante Dariya Derkach (13,69/+0.6).

Alla sua prima stagione tra i grandi non sfigura nell’alto Matteo Sioli con un piazzamento da ‘finalista’ a Tokyo, ottavo in classifica. Dimostra di poterci stare in questo contesto già adesso, e a maggior ragione in futuro, il talento azzurro che a 2,20 comincia bene mentre a 2,24 deve ricorrere al secondo tentativo. Si va a 2,28 e il milanese non è lontano dalla quota al primo assalto, meno reattivo allo stacco nel secondo, poi l’ultimo errore che comunque lo lascia tra i migliori otto al mondo dopo il bronzo europeo indoor conquistato in inverno. Il neozelandese campione olimpico Hamish Kerr si aggiudica anche l’oro mondiale con 2,36 al primo colpo nel duello con il coreano Woo Sang-hyeok (2,34), bronzo al ceco Jan Stefela che supera 2,31 alla seconda.

Un soffio, un battito di ciglia. Manca pochissimo a Lorenzo Simonelli per diventare il primo azzurro in una finale mondiale dei 110 ostacoli, appena tre millesimi di secondo. L’azzurro rimane a lungo in linea per un piazzamento tra i primi due che passano direttamente, ma il campione europeo perde qualcosa nell’ultimo tratto di gara e chiude quarto in 13.22 (-0.5) beffato di un millesimo dal giamaicano Demario Prince (.217 contro .218), alle spalle dello statunitense Cordell Tinch (13.16) e dello svizzero Jason Joseph (13.18). Pochi minuti più tardi, dalla terza e ultima ‘semi’ arrivano i due crono di recupero: Ja’Kobe Tharp (Usa, 13.19) e il francese Just Kwaou-Mathey con 13.22 (per il transalpino i millesimi sono .215). Non c’è un dominatore assoluto, il miglior tempo è del giamaicano Tyler Mason con 13.12 (-0.1) sul giapponese Rachid Muratake (13.17) a incrementare il rammarico, fuori il campione in carica e oro olimpico Grant Holloway (Usa, 13.52) dopo tre trionfi consecutivi. In finale Tinch festeggia il titolo con 12.99 (-0.3), argento e bronzo alla Giamaica di Orlando Bennett (13.08) e Tyler Mason (13.12).

Corre ancora forte Edoardo Scotti in semifinale, anche se non al livello del fresco primato italiano. L’azzurro scatta di nuovo dalla nona corsia, senza riferimenti, e prova a giocarsela fino in fondo: è quinto con 44.77, sotto i 45 secondi per la quarta volta in carriera, la seconda a Tokyo. Stavolta impressiona il botswano Busang Kebinatshipi, battuto proprio da Scotti in batteria, autore della world lead in 43.61.

Missione compiuta per Francesco Pernici, avanti negli 800 metri. È una gara poco lineare quella del 22enne bresciano che va subito al comando, come d’abitudine, e poi viene affiancato da Emmanuel Wanyonyi. L’azzurro in un batter d’occhio si ritrova in coda al gruppo, dopo la penultima curva, ma reagisce nel finale: si allarga in terza corsia, fa girare le gambe e agguanta il secondo posto in 1:45.11 dietro al campione olimpico keniano che si impone in 1:45.05, terzo l’irlandese Mark English (1:45.13) e rimane fuori l’australiano Peyton Craig (1:45.44). Si ferma invece l’avventura mondiale del bronzo europeo Catalin Tecuceanu, sesto 1:46.22 senza mai essere realmente in lotta per le posizioni che contano e troppo lontano anche dai possibili crono di recupero nella batteria vinta dall’irlandese Cian McPhillips (1:44.91) davanti allo statunitense Bryce Hoppel (1:45.09). Out anche il 21enne Giovanni Lazzaro, bronzo europeo under 23 quest’anno e alla prima partecipazione nella rassegna iridata all’aperto, ottavo in 1:47.00.

Per entrare nella finale del triplo ci volevano 14 metri esatti, una misura che non era impossibile per la diciannovenne Erika Saraceni. La più giovane della spedizione azzurra si confronta con le big mondiali, poco più di un mese dopo l’oro europeo U20, e al primo salto atterra a 13,82 (+1.0) per poi chiudere con due nulli. Ci prova Dariya Derkach, al debutto stagionale e a oltre un anno dall’ultima gara, con tre settimane di preparazione dopo due interventi al piede sinistro (a fine giugno e fine luglio): nullo di pedana il primo, si sbilancia nello step al secondo, 13,69 (+0.6) al terzo e ultimo salto.

Giornalista dal 2008 e grande appassionato di tutti gli sport da sempre, segue con particolare interesse basket e volley che ha anche praticato a livello dilettantistico fino ai tempi dell’università. Ama viaggiare, sia per lavoro che con la mia famiglia, e non sa resistere alle tentazioni in cucina.

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