Morte Dall’Aglio, si indaga anche sulla palestra

La morte di Mattia Dall’Aglio ha scosso il mondo del nuoto, non solo italiano.

L’improvvisa scomparsa del nuotatore reggiano di 24 anni, avvenuta domenica pomeriggio durante un allenamento in palestra, è ancora avvolta nel mistero.

Qualcosa di più si capirà dopo l’effettuazione dell’autopsia, in programma per giovedì, che dovrà chiarire le cause del decesso.

Si sospetta un malore, ma intanto la Procura di Modena ha aperto un fascicolo per omicidio colposo: il capo della procura Lucia Musti e il sostituto Katia Marino hanno inserito “una o più persone” nel registro degli indagati. Massimo riserbo sui nomi, così come su tutti gli altri dubbi, tra i quali lo stato di salute di Dall’Aglio prima del decesso e il sospetto che il nuotatore avesse assunto dei farmaci.

Ma la procura, come riportato da Repubblica Bologna, indaga anche sul “luogo dove è successo il fatto” come riferito dalla stessa Musti durante il colloquio con i giornalisti nel proprio ufficio, ovvero la palestra, che sembra in realtà essere “una stanza dei vigili del fuoco, data in uso ad associazioni volontarie sportive che gestiscono questi luoghi. Un fatto comune e diffuso”.  

“Quella che viene chiamata palestra non lo è, perché deve avere autorizzazioni di varia natura – ha proseguito la Musti – Non è una palestra ma una stanza attrezzata alla buona, con appunto macchine da palestra. Questa stanza attrezzata a sala macchine, priva di docce e aria condizionata, era in uso a un numero limitato di persone che a accedevano con una chiave detenuta dal bar. Noi stiamo lavorando su una situazione complessa, dobbiamo accertare una serie di circostanze non solo dal punto di vista autoptico”.  

Intanto l’università di Modena e Reggio Emilia si sta adoperando affinché già nella prossima sessione di laurea autunnale del Dipartimento di Comunicazione ed Economia venga consegnata la laurea alla memoria a Mattia, che frequentava il corso di laurea triennale in Marketing e organizzazione d’impresa. 

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