Sci, Sofia Goggia annuncia su Instagram il suo clamoroso ritorno

Attraverso un lungo post su Instagram, la 28enne di Bergamo ha raccontato la sua disperazione dopo l’infortunio: mancano però solo pochi giorni al rientro

PER ASPERA AD ASTRA. Attraverso le asperità sino alle stelle. Così si apre il lungo post Instagram di Sofia Goggia, la sciatrice italiana campionessa olimpica nella discesa libera a Pyeongchang 2018, infortunatasi il 31 gennaio per una banale caduta mentre rientrava a valle su una pista turistica. Già mercoledì scorso, nella visita di controllo a la clinica La Madonnina di Milano, si era ipotizzato un rientro in anticipo sui tempi. Ieri è arrivata la conferma, a mezzo social, della diretta interessata: Sofia sarà in pista il 17 marzo alla discesa delle finali di Coppa del Mondo a Lenzerheide, in Svizzera.

Il post Instagram di Sofia Goggia

PER ASPERA AD ASTRA
“Entrai nella stanza e subito ci abbracciammo: versai qualche lacrima sul sui camice e poi, per darmi una sorta di contegno, mi adagiai sul lettino, pronta a ricevere l’imminente trattamento osteopatico. Inizio? la seduta in rigoroso silenzio, ma ebbi l’impressione che si comporto? proprio cosi? per rispettare quella dimensione di vuoto mista a dolore che mi portavo appressa e che ancora non riuscivo a scrollarmi di dosso.
D’improvviso pero? mi chiese: “cosa desideri?”
Corrucciai il sopracciglio: mi sentivo talmente paralizzata e sopraffatta dalla situazione da non sentire la mancanza di nulla e , tantomeno, la voglia di propendere verso qualcosa.
Gli risposi: “Nulla, Paolo. Io non desidero nulla”.
Non mi addentrai nel discorso ma dentro di me lo sapevo: stavo mentendo, fors’anche a me stessa.
Si. Avevo tremendamente bisogno di tornare a desiderare qualcosa nel mio cuore, perche? la vita senza un desiderio vero che ci guida, che sia una persona, una meta da raggiungere, un obbiettivo, o una stessa stella non e? vita anzi, e? un disastro, e io avevo la necessita? di levarmi da quest’ultimo e da quel suo limbo stagnante in cui ero incappata e in cui non mi riconoscevo piu?.
Desiderare si. Ma cosa?
Scesi dal lettino riuscendo finalmente a estendere la gamba… che miracolo. Mi sentii davvero meglio e lui mi saluto? dicendomi che, per come l’aveva percepito lui, con le sue mani (che mi conoscono da anni), il ginocchio gli era sembrato stabile.

Il giorno dopo mentre camminavo sotto il sole di Bergamo per la prima volta completamente senza stampelle , composi il numero del Dott. Schonhubert: “Herbert, ce la posso fare per le finali?”.

Era martedi?. Era il 2 marzo. Ed e? stata la prima volta dal 31 gennaio che nel mio cuore ha albergato nuovamente un desiderio”.

 

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