Mikaela Shiffrin ha spiegato il suo dramma: “Ferita nell’anima”

La fuoriclasse dello sci statunitense Mikaela Shiffrin ha raccontato i momenti drammatici della scomparsa del padre: “Soffro ancora adesso”

La fuoriclasse dello sci statunitense Mikaela Shiffrin in un’intervista a The Players Tribune ha raccontato il dramma della morte di suo padre, scomparso due anni fa, che ancora le fa malissimo: “Il lutto non è lineare. È più come un labirinto. Alcuni giorni mi sento bene, altri è durissima come quando siamo entrati in ospedale dopo il nostro volo di 10 ore a casa e ho visto mio padre attaccato a un respiratore”, ha spiegato l’atleta, amica della nostra Sofia Goggia.

“È estremamente difficile rivivere questo dolore, ma la ragione per cui lo faccio è che forse può aiutare qualcun altro. Lo faccio perché qualcuno l’ha fatto per me. Un estraneo, a dire il vero. È come se avessi una ferita nell’anima. Non c’è una tabella di marcia. Non c’è riabilitazione. Alcuni giorni ti svegli e pensi: ‘Che senso ha?'”.

La Shiffrin ha ricordato gli ultimi momenti: “Quella notte, tutti se ne andarono dalla stanza e io mi misi nel letto con lui e misi il suo braccio intorno a me. Rimasi lì così per nove ore, facendogli sapere che ero lì. Ho appoggiato la testa sul suo petto e potevo ancora sentire il suo cuore battere. So che mi ha sentito lì con lui. Lo so, lo so. Lo so, lo so. Tutto questo è ancora così crudo per me, ma conservo quel ricordo, perché almeno ho potuto dirgli addio”.

Il primo momento è stato di smarrimento, poi la campionessa si è rialzata: “Quando se n’è andato, non volevo sciare. Non volevo mangiare. Non volevo nemmeno dormire. Avevo così paura dei sogni. Quando ho trovato la forza di risalire la montagna, è stata una battaglia per sentirmi bene, per non sentirmi in colpa per aver fatto la cosa che lui amava fare. Dopo la prima vittoria dopo la sua morte, ho avuto un momento davvero surreale, vincere è stato agrodolce e difficile”.

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