Barcellona 2009. Il capolavoro di Valentino Rossi su Jorge Lorenzo

Rossi supera Lorenzo dove nessuno era mai riuscito, dove nessuno aveva mai osato.

“Perché piangi?”, mi fa lei. “Valentinooo”, rispondo io. “Cosa è successo?”, replica. E io: “Non è possibile”. Si avvicina a me: “Sì è fatto male?”. Mi giro, con gli occhi gonfi e le rispondo: “Ha vinto all’ultima curvaaaa”. Lei: “Vabbé, come al solito”. Avete appena assistito al dialogo con la mia compagna dopo il taglio del traguardo in Catalunya, nel 2009. Quella gara l’avrò rivista un centinaio di volte, dalla partenza fino all’ultimo sorpasso. Fino a quell’attacco impossibile, imprevedibile, imparabile di Rossi su uno straordinario Jorge Lorenzo. Sì, perché troppo spesso raccontiamo di come chi sorpassa sia stato fantastico, ma in quella gara ci sono due fenomeni del motociclismo, due leggende che si sono dati battaglia come due cavalieri nei tornei medievali. Un attacco dopo l’altro, una difesa dopo l’altra, entrambi alla ricerca della strategia giusta per controbattere al colpo subito e trovare il modo per sconfiggere l’avversario. Arte su pista, 25 giri di bellezza pura, di meraviglia per gli occhi e vibrazioni per il cuore che cambia ritmo, sorpasso dopo sorpasso.

Quando il Motomondiale sbarca a Barcellona è la sesta tappa del campionato: Lorenzo ha vinto in Giappone e in Francia, ha fatto terzo in Qatar, secondo al Mugello e si è ritirato a Jerez, prima di quella gara il maiorchino ha 86 punti. Rossi è dietro con 81 lunghezze grazie alla vittoria in Spagna, due secondi posti in Qatar e in Giappone e terzo in Italia, al Mugello. Rossi sa che lasciare che Lorenzo vinca la gara significa lasciargli accumulare punti, confidenza, coraggio e la possibilità di scappare, seppur per poco, verso la vittoria Mondiale. Rossi sa che non può far vincere Lorenzo per nessun motivo e fa quello che nessuno, né tantomeno Lorenzo si sarebbe mai aspettato.

Ma torniamo un attimo indietro: l’ultimo giro comincia con Lorenzo davanti che spinge come un ossesso, Rossi risponde al millesimo e non riesce a mettergli le gomme davanti. Mancano sue curve alla fine, Lorenzo sa già di aver vinto, ma deve rimanere davanti prima dell’ultima curva. Lorenzo è un martello. Una roccia. Costante, sicuro di sé, troppo sicuro. Stranamente il pensiero di avere alle sue spalle Rossi non lo assilla, non lo sposta e concede a Rossi di inventare, di appendersi alla possibilità di stupire, di regalarsi una sorpresa e regalarla a tutti gli amanti delle moto. Rossi supera Lorenzo dove nessuno era mai riuscito, dove nessuno aveva mai osato. Non è possibile, invece è tutto vero.

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